Privatizzare il ciclo dei rifiuti a Roma. Il Partito liberale italiano lancia il referendum per mettere l’Ama all’angolo

Il Partito liberale italiano prova a rompere il monopolio Ama sulla raccolta dei rifiuti a Roma. E vuole farlo attraverso un referendum

Il Partito liberale italiano prova a rompere il monopolio Ama sulla raccolta dei rifiuti a Roma. E vorrebbe farlo attraverso un referendum per chiedere la messa a gara del servizio rifiuti, affidandolo a più soggetti. La proposta è stata presentata stamattina nel corso di una conferenza stampa svolta nella sala Nassirya del Senato in cui sono intervenuti la senatrice Cinzia Bonfrisco, il presidente e il segretario nazionale del partito, Stefano de Luca e Giancarlo Morandi, il segretario regionale del Lazio e quello provinciale di Roma, Francesco Pasquali e Rodolfo Capozzi.

“Ci rivolgiamo – ha spiegato Pasquali – direttamente ai cittadini romani attraverso questo referendum che, siamo convinti, romperà gli schemi incancrenitisi negli ultimi decenni. È evidente che il ciclo dei rifiuti non può essere mantenuto così com’è attualmente perché ha fallito, a prescindere da chi governa o ha governato Roma nel tempo”. L’obiettivo ambizioso che il Partito Liberale si è dato oggi è quello di “coinvolgere anche tutte le forze politiche che si professano ‘liberali’ per fare finalmente pulizia non solo dal punto di vista dei rifiuti, ma anche del sottobosco politico che si è creato attorno ad Ama”.

La raccolta delle prime mille sottoscrizioni previste per iniziare l’iter referendario che dovranno essere depositate in Campidoglio è partita questa mattina. Verificata l’ammissibilità del quesito da parte di un’apposita commissione si avranno tre mesi di tempo per raccogliere altre trentamila firme.

“Siamo certi di riuscire a raggiungere questo traguardo – ha detto Rodolfo Capozzi – Si tratta di una battaglia che il Pli ha iniziato da tempo e che riguarda non solo Ama, ma tutte le aziende partecipate i cui sprechi e i cui disservizi sono sotto gli occhi di tutti. I rifiuti, in particolare, invece di rappresentare un enorme problema possono essere una vera e propria risorsa economica. I romani non meritano questa situazione e quando installeremo gazebo e punti raccolta firme faranno sentire la loro voce sottoscrivendo la nostra proposta”.