Le riforme costituzionali di un Governo sotto pressione, la lettera a Mattarella per far slittare il voto alla Camera

Il Governo sotto la pressione di un'inchiesta. E sulla sua testa pende una mozione di sfiducia. L'appello a Mattarella per fermare le riforme.

Un Governo sotto la pressione di un’inchiesta, che ha già portato alle dimissioni di Federica Guidi. Con i nomi di Maria Elena Boschi e Graziano Delrio, tirati in ballo seppure nessun ministri sia sotto indagine.  Ma ci sono tanti elementi che sembrano indebolire il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. E invece la bufera sull’emendamento Tempa Rossa non ferma l’azione dell’Esecutivo. Anzi. la prossima settimana, quella prima del referendum sulle trivelle, la maggioranza porterà in Aula alla Camera il testo delle riforme costituzionali, il ddl Boschi, da approvare in ultima lettura. A dispetto anche della mozione di sfiducia messa in calendario il 19 aprile al Senato. La capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle, Nunzia Catalfo, racconta a La Notizia il suo disappunto, presentando l’iniziativa della lettera inviata al Quirinale per chiedere un intervento di Sergio Mattarella: “Hanno fatto slittare la mozione di sfiducia al Senato, perché  prima vogliono far votare le riforme alla Camera. È assurdo che il Governo, in questa fase dell’inchiesta, voglia approvare la nuova Costituzione con questa forzatura”. Da qui la proposta: “Sarebbe giusto che almeno ci fosse uno slittamento del voto sulle riforme per vedere se l’Esecutivo riesce a reggere alla sfiducia”.

L’appello al Presidente Mattarella
I 5 Stelle hanno deciso di rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica. Per chiedere un suo intervento forte sulla tempistica del dibattito parlamentare. Anche se non è di sua pertinenza, un appello provocherebbe sicuramente degli effetti. “Sarebbe stato opportuno votare le mozioni prima dell’approvazione definitiva della modifica costituzionale: segnale di trasparenza e correttezza istituzionale. Invece si è deciso, in maniera arbitraria e irrispettosa delle istanze delle opposizioni, che non c’è alcuna urgenza e posticipato la discussione al martedì successivo al Referendum e all’approvazione definitiva delle riforme costituzionali mentre dalle intercettazioni emergerebbe, sempre con maggiore chiarezza, che questo è un Governo che fa le leggi e gli emendamenti per il compagno di un ministro e che pensa solo agli interessi personali e familistici”, accusano i pentastellati nella missiva inviata al Quirinale.

Convergenza con le opposizioni
La richiesta ha trovato una sponda anche con le altre forze di opposizione. Il capogruppo a Montecitorio di Forza Italia, Renato Brunetta, ha parlato di un atto di prevaricazione insopportabile che la dice lunga sul senso di democrazia per Renzi. Governo e maggioranza hanno voluto fagocitare tutto”. Per Arturo Scotto di Sinistra italiana c’è la conferma di “scarsa sensibilità istituzionale”. Allora Beppe Grillo ha voluto rompere gli indugi e mettere sul tavolo l’ultima carta a disposizione: l’appello a Sergio Mattarella.