Risorse senza precedenti per la scuola. L’Italia esempio per l’Europa. Il deputato M5S Vacca punta il dito contro la campagna di disinformazione orchestrata dalla Lega

Onorevole Gianluca Vacca (M5S), la ministra Lucia Azzolina ha chiarito ulteriormente nel corso del suo intervento alla Camera dei deputati come ripartirà la scuola in Italia dal 14 settembre e dunque da lunedì prossimo. Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate nelle ultime settimane per cercare di far sì che quello che è considerato il vero ritorno alla normalità dall’inizio della pandemia da Coronavirus possa avvenire per studenti e famiglie in sicurezza e nei tempi previsti?

“La riapertura delle scuole, per tutti e in sicurezza, è un grande traguardo, ottenuto grazie al grande lavoro portato avanti da tutti gli attori in campo, a cominciare dal personale scolastico. La situazione creata dalla pandemia è oggettivamente complicata, ma i risultati del lavoro fatto fin qui credo siano all’altezza: regole tra le più puntuali in Europa, assunzioni per sopperire alla carenza di organico, e uno stanziamento senza precedenti di risorse”.

La Lega in modo particolare continua però a dare battaglia, con una mozione di sfiducia contro la stessa ministra Azzolina. Perché a suo avviso un simile accanimento verso un’esponente del Governo?
“Mai come in questi mesi la scuola è stata al centro del dibattito politico: era fin troppo scontato che la Lega facesse leva su questo tema per ottenere più visibilità, facendo una campagna di disinformazione che ha generato panico e allarmismo. Come spesso accade, si stimolano gli impulsi più irrazionali e più bassi delle persone per conquistare la pancia degli elettori”.

Pensa che un tema così delicato come quello della ripartenza della Scuola, bloccata ormai da sei mesi, venga realmente utilizzato come strumento per la propaganda elettorale da parte dell’opposizione?
“Sì, credo sia oggettivo: altrimenti come spiegare le bufale fatte circolare finora? Penso al plexiglass tra i banchi, agli studenti lasciati fuori le classi, al bando per i banchi che sarebbe dovuto andare deserto, ai bambini che sarebbero stati sottratti alle famiglie. Non si è mai trattato di sollevare un problema per sollecitare una soluzione, o magari proporla: è stato e continua a essere un triste gioco delle parti, per cui a priori l’opposizione deve remare sempre contro il Governo”.

Diverse Regioni si sono rese protagoniste di fughe in avanti o di allarmi sul nuovo anno scolastico. E’ possibile conciliare la sana autonomia dei territori con la necessità di dare risposte certe alle famiglie di tutto il Paese?
“E’ possibile ed è quello per cui abbiamo lavorato in questi mesi. Compito dello Stato centrale è fornire indicazioni, individuare le linee guida e dotare i territori delle risorse per gestire la propria situazione, che varia da istituto a istituto, secondo il principio ormai consolidato dell’autonomia scolastica”.

C’è polemica anche sui nuovi arredi previsti per gli istituti scolastici, i banchi monoposto utili a mantenere il distanziamento sociale, che in diverse scuole arriveranno in ritardo. Come avete pensato di muovervi?
“La distribuzione è iniziata il 28 agosto nelle scuole dei luoghi più colpiti dalla pandemia ed entro ottobre tutte, partendo da quelle dell’infanzia e primarie, riceveranno i loro banchi. Tutto si è svolto in tempi record: parliamo di 2,4 milioni di banchi in un Paese che in genere ne produce 200mila l’anno”.

Dopo la ripartenza quale scuola sta progettando il Movimento 5 Stelle? I fondi europei ottenuti dall’Italia consentiranno finalmente di avere un sistema di istruzione adeguato al terzo millennio?
“È un obiettivo che dobbiamo centrare a tutti i costi, le risorse del Recovery Fund sono essenziali per migliorare il sistema dell’istruzione. Occorre sicuramente partire da un grande piano di edilizia scolastica e approfondire il percorso di digitalizzazione e innovazione, continuando a investire in qualità, che passa dagli ambienti e dagli strumenti utilizzati nella didattica, ma anche dalla formazione e dalla valorizzazione della professione di docente”.