Rivoluzione semplificazioni. Arriva il decreto sblocca Italia. Un anno di appalti senza gare per opere fino a 5 milioni, revisione dell’abuso d’ufficio e del danno erariale

Obiettivo: sburocratizzare e semplificare il Paese. Il decreto semplificazioni, di cui è circolata una bozza di 48 articoli, potrebbe sbarcare nei prossimi giorni in Consiglio dei ministri. Ma prima sarà oggetto di una riunione politica. Diversi i capitoli che necessitano ancora di una valutazione da parte delle forze di maggioranza: dalle deroghe al codice degli appalti alle norme sulla Via (la valutazione di impatto ambientale) e a quelle in campo edilizio (i Verdi parlano di condono). Per Leu la bozza circolata è “per molti versi inaccettabile”. Mentre i sindacati chiedono di essere convocati.

Cosa prevede la bozza? Velocizzare i cantieri, con deroghe per un anno sulle soglie per le assegnazioni degli appalti senza gara. Ma anche trasformazione digitale della pubblica amministrazione, con le autocertificazioni che si potranno fare via app, banche dati che si parlano e pubblico che richiederà una sola volta i dati in suo possesso. E ancora: revisione della responsabilità erariale e dell’abuso d’ufficio, e una serie di semplificazioni per l’edilizia, in materia ambientale e per la green economy. Sono in arrivo deroghe per un anno al codice degli appalti: la bozza prevede procedure semplificate fino a luglio 2021 e due sole soglie (rispetto alle attuali 5), fino a 150mila euro e oltre i 150mila euro.

Nel primo caso, ma ancora si starebbe discutendo sul limite dei 150mila euro, i lavori sarebbero assegnati per affidamento diretto, senza gara, nel secondo caso con procedure negoziate e consultazione di 5 operatori. Per i contratti sopra la soglia comunitaria dei 5 milioni ci sarà la gara ma applicando procedure accelerate anziché quelle ordinarie, che si applicheranno anche a uno specifico elenco di opere di rilevanza nazionale necessarie per superare la fase di emergenza che saranno individuate da presidenza del Consiglio e Mit. Fino a luglio 2021 si prevede la procedura d’urgenza anche per il rilascio della certificazione antimafia (che sarà controllata ex post).

Nella bozza si indicano anche limiti ai ricorsi e ai casi in cui sia possibile sospendere la realizzazione delle opere, sempre transitori, e applicabili alle opere sopra la soglia comunitaria per le quali saranno istituiti collegi consultivi tecnici con il compito anche di risoluzione delle controversie. Sarà istituito anche un fondo specifico per la prosecuzione delle opere. Stop a costi aggiuntivi della burocrazia. La bozza prevede che gli atti normativi che introducono nuovi costi regolatori ne debbano contestualmente cancellare di più vecchi in modo da garantire “saldo pari a zero”. Se non c’è questa compensazione questi oneri sono classificati come “fiscalmente detraibili”.

Offrire servizi digitali o attraverso la app IO diventerà un obbligo per la Pa, che dovrà anche sviluppare sistemi per l’accesso da remoto dei dipendenti in modo da favorire lo smart working. Il decreto si propone di abbattere i tempi per la Via che arrivano anche a 10 anni. Sono previste semplificazioni e accelerazioni per gli interventi di natura ambientale e contro il dissesto idrogeologico. Prevista anche una spinta agli investimenti green. Sarà più facile ottenere la garanzia dello Stato (attraverso Sace) sui progetti nell’ambito del green new deal.

Il decreto interviene sull’articolo 323 del Codice penale. Per il reato di abuso di ufficio si attribuisce rilevanza, oltre che alla violazione delle regole di condotta, anche “alla circostanza che da tali specifiche regole non residuino margini di discrezionalità per il soggetto”. Fino al 31 luglio 2021, si limita la responsabilità dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti al solo profilo del dolo per le azioni e non anche per le omissioni, in modo che i pubblici dipendenti abbiano maggiori rischi di incorrere in responsabilità in caso di non fare rispetto al fare, dove la responsabilità viene limitata al dolo.