I fari di Cantone sul Campidoglio. Per anni appalti fuori controllo. Quasi metà di tutti i lavori assegnati senza alcuna gara. E ora può saltare la quota riservata alle cooperative

Raffaele Cantone spara a zero sugli appalti nella Capitale. E lo fa lanciando forti accuse il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione: “Ci sono appalti che possono essere dati per legge anche senza gara, ma noi abbiamo verificato che molti sono stati assegnati senza gara anche se non c’erano quei presupposti”. Questo sintetizzato al Gr di Radio1 è il succo della sintesi della relazione dell’Autorità anticorruzione sulle amministrazioni capitoline tra il 2011 e il 2014. Secondo la relazione Anac sarebbero fuori controllo il 43% degli appalti affidati: ciò significa che poco meno della metà dei lavori e dei servizi assegnati a Roma e pagati con denaro pubblico sono stati attribuiti attraverso trattative private, scegliendo di fatto i beneficiari. E proprio quanto illustrato sarebbe la base per descrivere il sistema di Mafia Capitale: “Il sistema è praticamente in gran parte quello. Non tutti gli appalti irregolari sono necessariamente oggetto di corruzione, ma quel sistema di illegalità ha finito per favorire meccanismi corruttivi”. Più di qualcosa, però, sembrerebbe essere cambiato con il passaggio alla Giunta Marino: “C’è stata una riduzione del numero degli appalti, in percentuale le procedure negoziate (cioè quelle senza gara n.d.r) sono rimaste particolarmente elevate, ma dal punto di vista del volume economico si sono notevolmente ridotte. Ora non spetta a noi valutare se questa relazione potrà aprire nuove indagini giudiziarie, anche sui sindaci. Certo noi abbiamo inviato la relazione alle Procure perché c’è un evidente collegamento alle indagini Mafia Capitale, dato che alcuni degli appalti riguardavano cooperative oggetto delle indagini Mafia Capitale”. LA STOCCATA DEL PREFETTO Altro commento arriva dal prefetto Franco Gabrielli sul tema coop: “La famosa riserva di caccia, il 5% da attribuire alle cooperative nasce da una buona intenzione, quella di favorire una realtà economica del mondo dell’imprenditoria che affonda le radici nella solidarietà. Purtroppo questo paese riesce spesso a tradurre le cose positive in negative”. Commentando anche le dichiarazioni di Cantone e mettendole in relazione al tema cooperative il prefetto di Roma ha aggiunto: “Ne abbiamo parlato con Sabella e il tema del 5% è necessariamente da rivedere perché si è dimostrato essere un provvedimento criminogeno che spinge al frazionamento degli appalti e a situazioni che nella realtà sono elementi di negatività. Purtroppo io sono un convinto assertore della necessità delle regole e controlli, ma ci dovremo interrogare sul fatto che forse questo paese ha un deficit di cultura della legalità perché non possiamo mettere un poliziotto, un carabiniere, un Cantone a ogni angolo di strada”.