Ruby ter, Berlusconi ancora nei guai. Dieci milioni alle olgettine per comprare il loro silenzio al processo

Silvio Berlusconi rischia un altro processo dopo che oggi la Procura della Repubblica di Milano ha chiuso l’inchiesta Ruby ter in cui l’ex Cavaliere è indagato per corruzione in atti giudiziari. Secondo i pm Berlusconi avrebbe pagato il silenzio di 21 ragazze che hanno testimoniato nel processo Ruby (in cui l’ex premier è stato assolto), compresa la stessa Karima El Mahroug. A lei, secondo la procura, Berlusconi promise 7 milioni. Sono in tutto 34 le persone per le quali i pm hanno depositato gli atti dell’inchiesta, cosa che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.

L’INCHIESTA
Secondo l’accusa, tra il 2010 e il 2014 le ragazze avrebbero ricevuto dall’ex premier oltre 10 milioni di euro tra assegni e bonifici bancari, più somme in contanti, uso di abitazioni e auto. Ad aprile 2013, però, Silvio Berlusconi decise di versare a ciascuna 2.500 euro al mese per alleviare, disse, il disagio dovuto al clamore della vicenda Ruby. Quando i giudici lo accusarono di corruzione, diede a ciascuna una buonuscita da 25 mila euro accompagnata da una lettera, scritta il 29 dicembre 2013 con gli avvocati. Due dei circa 7 milioni di euro ricevuti da Ruby da parte di Berlusconi sarebbero stati investiti in Dubai. Altri fondi sarebbero stati investiti a Playa del Carmen, in Messico. L’inchiesta è partita dal deposito delle sentenze dei processi di primo e secondo grado a Silvio Berlusconi e a Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede. I giudici trasmisero gli atti alla Procura accusando di falsa testimonianza le ragazze e una lunga serie di testimoni. In base a quanto ricostruito dai magistrati, Karima El Mahroug «dichiarava che nel corso di dette serate ci si limitava a ballare, sottacendo i comprovati accadimenti di natura sessuale», «falsamente negava di aver mai avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi» e «falsamente negava di aver accettato la promessa, da Silvio Berlusconi, di ricevere ingentissime somme di denaro per “passare per pazza”, ossia per mentire nel corso dei dibattimenti». Queste alcune delle menzogne contestate alla giovane marocchina al centro dello scandalo che è costato all’ex premier un processo per prostituzione minorile e concussione al termine del quale è stato assolto definitivamente il 10 marzo scorso. Una sentenza di assoluzione passata in giudicato grazie, è l’ipotesi accusatoria dei pubblici ministeri Gaglio e Siciliano, alla falsa testimonianza resa a vario titolo a quel processo e al dibattimento parallelo per violazione della legge Merlin sulla prostituzione a carico del giornalista Emilio Fede, dell’ex consigliere regionale Nicole Minetti e all’ex talent scout Lele Mora da ventitré persone, tra cui la stessa ragazza.

I SUONATORI
L’ex Cavaliere, oltre che a 21 ospiti delle feste ad Arcore, avrebbe pagato per affermare «il falso» e negare «il vero» in un’aula di giustizia su quel che accadeva durante le serate anche Mariano Apicella e Danilo Mariani, rispettivamente lo storico cantante e lo storico pianista di villa San Martino.