Sala si assolve. Finisce l’autosospensione: “Torno a fare il sindaco di Milano, sono certo della mia innocenza”

Beppe Sala torna sindaco di Milano a tempo pieno. In meno di una settimana ha chiuso il periodo di autosospensione, dicendosi innocente.

Niente accanimento verso se stesso: Giuseppe Sala ha deciso di tornare a fare il sindaco di Milano a pieno titolo. Dopo l’autosospensione, annunciata giovedì scorso in seguito alla sua iscrizione nel registro degli indagati per l’appalto della Piastra di Expo, c’è stata l’autoassoluzione. L’ex manager ha infatti rotto gli indugi, decidendo di portare avanti il suo mandato. Sfidando così l’offensiva dei magistrati, che su quell’inchiesta ha visto consumarsi uno scontro tutto interno alla Procura. E soprattutto trovando il pieno appoggio del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che gli ha subito telefonato per manifestare direttamente l’apprezzamento. Insomma, l’indagine non porterà ad alcuno scossone.

Mano tesa – Addirittura il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva evitato di infierire, pur usando un linguaggio colorito. “L’autosospensione è  una farsa, una buffonata che Milano non merita. Se non ti sei stancato di fare il sindaco e non vuoi candidarti a Roma, alza le chiappe e vai a lavorare. Altrimenti ti dimetti”, aveva attaccato il numero uno del Carroccio, buttando la polemica sul piano politico più che di quello giudiziario. La risposta a Salvini è arrivata prima nelle parole e poi nei fatti: nel pomeriggio il sindaco di Milano ha incontrato gli assessori durante la giornata per fare il punto della situazione, pronto a fare ritorno anche nell’aula del consiglio comunale, per riferire del suo ritorno in sella.

L’annuncio – Sala ha preso posizione nella tarda mattinata: “Le verifiche svolte dai miei legali in queste intense giornate hanno chiarito sufficientemente il merito dell’indagine e l’inesistenza di altri capi di imputazione. Torno a fare il Sindaco, certo della mia innocenza verso un’accusa che non costituisce un condizionamento della mia attività”, ha scritto su Facebook. Nel suo post, comunque, è stato comunque lanciato un messaggio distensivo alle toghe: “Ho apprezzato la disponibilità della Procura Generale”. Ma non è mancato un riferimento ai tanti colleghi che lo hanno sostenuto da giovedì scorso. “Vorrei inoltre ringraziare i circa 400 sindaci che hanno firmato l’appello di questi giorni: si tratta non solo di una dimostrazione di stima e di vicinanza nei miei confronti, ma anche di una lucida esposizione delle condizioni necessarie perché un amministratore possa svolgere bene il suo compito a favore dei cittadini”, ha messo in evidenza il primo cittadino di Milano. E lo scambio di effusioni è stato completato dal tweet del presidente dell’Anci, Antonio Decaro: “Ben tornato. Milano e i sindaci ti abbracciano. Si torna al lavoro per questioni importanti su enti locali”.

Attacchi – Certo, l’assedio al sindaco continuerà soprattutto per le opposizioni più intransigenti. Come quella del Movimento 5 Stelle: “Chiunque amministri deve mantenere una condotta trasparente e specchiata sotto il profilo etico, morale e giuridico. Ci chiediamo quindi se nel caso specifico vi sia questa certezza, dal momento che, secondo gli organi di stampa, a carico di Sala continuano a permanere due accuse per falso materiale e ideologico, che per noi non sono accettabili”, ha attaccato Gianluca Corrado, pupillo di Beppe Grillo. Ancora più severo è stato il giudizio dell’ex vicesindaco di Milano e capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale in Regione Lombardia, Riccardo De Corato: “Sala ha scelto di stare quattro giorni a riposare e a fare la spesa, abbandonando la città”.