Salvatore Failla e Fausto Piano sequestrati e ammazzati in Libia. Ora nel mirino finisce pure la Bonatti: indagato per omicidio il manager Morson

Nuovi e inaspettati spiragli si aprono sulla morte di Salvatore Failla e Fausto Piano, i due lavoratori della Bonatti che furono uccisi in Libia.

Nuovi e inaspettati spiragli si aprono sulla morte di Salvatore Failla e Fausto Piano, i due lavoratori della Bonatti che, insieme a Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, furono sequestrati nel luglio 2015. Secondo la Procura di Roma, infatti, i due operai dovevano essere maggiormente tutelati. E così, invece, non fu. Ed ecco allora che Dennis Morson, responsabile della logistica in Libia per conto della società Bonatti, è indagato dai pm capitolini nell’ambito dell’inchiesta sul sequestro, avvenuto in Libia, e gli omicidi di Failla e Piano. E non a caso lo scorso 19 ottobre i militari hanno perquisito anche la sede della Bonatti, a Parma.

L’INCHIESTA – Il manager è indagato per omicidio colposo e violazione della norma che tutela le condizioni di lavoro. Nei confronti del manager, la Procura ipotizza che abbia omesso di adottare le misure necessarie per garantire l’incolumità fisica dei lavoratori durante il trasferimento in Libia. Cuore dell’indagine, infatti, è sempre stato capire per quale motivo i quattro uomini raggiunsero la città di Mellitah (Libia) via terra da Djerba (Tunisia), con un’auto guidata da un autista libico, e non via mare come era sempre avvenuto in passato. Il pm Sergio Colaiocco aveva sentito il 18 marzo scorso come testimone Egidio Romitelli, responsabile del personale dell’azienda che si occupa anche delle trasferte. Il testimone aveva detto al pm che, per quanto concerne le zone a rischio, le trasferte sono regolate da un protocollo di sicurezza depositato presso la Farnesina. Romitelli aveva aggiunto di non sapere i motivi del cambio di programma relativo al trasferimento dei quattro tecnici poiché a gestire la logistica in Libia era un altro manager della stessa Bonatti: Dennis Morson, appunto. Romitelli aveva detto anche di non sapere se all’interno dell’azienda qualcuno fosse a conoscenza del trasferimento via terra dei quattro dipendenti.

CHI ERANO – Come si ricorderà, Salvatore Failla e Fausto Piano furono sequestrati insieme con Filippo Calcagno e Gino Pollicardo nel luglio 2015. Separati successivamente da questi ultimi, rimasero uccisi il 3 marzo scorso durante una sparatoria tra i rapitori e le forze di polizia libiche nel marzo del 2016. Entrambi operai specializzati, erano in Libia per lavorare, per conto della Bonatti, a Mellitah, nell’impianto gestito da Eni e dalla compagnia libica National Oil Corporation. Sardo il primo, siciliano il secondo. Piano era un meccanico originario di Capoterra, una piccola città alle porte di Cagliari. Dopo una vacanza trascorsa a casa nei primi giorni di luglio 2015 era ripartito per andare a lavorare in Libia, alla manutenzione dei metanodotti nelle vicinanze del compound Eni di Mellitah. Già da molti anni lavorava all’estero come “trasfertista”. Failla era invece un saldatore specializzato di Carlentini, in provincia di Siracusa, dove viveva con la moglie e le due figlie di 22 e 14 anni.