Sangue infetto, gli indennizzi non arrivano ancora. Dopo 30 anni migliaia di vittime abbandonate nel silenzio

Ancora non arrivano gli indennizzi per il sangue infetto. Dopo 30 anni migliaia di vittime subiscono una situazione vergognosa

di Stefano Iannaccone

Un intreccio tra giustizia lenta, malasanità e politica assente. Lo scandalo del sangue infetto continua da oltre trent’anni, e non viene chiuso nonostante abbia coinvolto circa 100mila persone che, dopo aver visto le loro vite stravolte, attendono ancora il risarcimento. Sì, proprio così: in tanti non hanno ottenuto nemmeno i soldi che aspettavano. E l’attuale governo si è limitato a proporre un patto: 100mila euro subito per chiudere il contenzioso. L’iniziativa delle ministre Beatrice Lorenzin e Marianna Madia è stata anche approvata dalla Corte di Strasburgo, che comunque ha bacchettato l’Italia per i tempi lenti sui processi. “La dignità è però la cosa più importante”, racconta a La Notizia una delle persone contagiate, che preferisce restare sotto anonimato.

IMPEGNO – I Radicali si sono impegnato su questo fronte. Il segretario, Riccardo Magi, ha parlato di “una situazione vergognosa, con un cinico allungamento dei tempi”. Il groviglio politico e giuridico non rende di certo onore alle sofferenze degli ammalati. Un primo indennizzo è arrivato nel 2003 per centinaia di persone. Nel 2007 l’esecutivo in carica aveva stanziato dei fondi per i risarcimenti. Una sentenza della Corte di Cassazione ha però scompaginato tutto, abbreviando i tempi per la prescrizione da 10 a 5 anni. E derubricando il reato a lesioni colpose.

LIMBO – Così migliaia di vittime del sangue infetto sono rimaste nel limbo. Perché per alcuni è scaduto il termine di legge per procedere alla richiesta. Il caso è stato portato di nuovo all’attenzione della Camera da due diverse interrogazioni di deputati del Partito democratico. La prima firmata da Sofia Amoddio e la seconda da Giuseppe Lauricella. Seppure con modalità diversa l’invito dei parlamentari è quello di provvedere alle transazioni per garantire “importi congrui ed equi per tutti i soggetti danneggiati, evitando ulteriori lesivi ed ingiustificati ritardi”. E le parole di Andrea Spinetti, portavoce Comitato vittime sangue infetto, sintetizzano bene la questione: “Da vivi e morti ci costringono a un’odissea tra tribunali, false speranze e una vita vissuta a metà”.

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