Schiarita con l’Europa. La procedura d’infrazione è più lontana. Conte convince Juncker. Questa mattina ripartiranno i lavori in commissione Bilancio al Senato. La Manovra andrà in Aula venerdì

Incontro in serata a Palazzo Chigi tra il premier e Tria. Voci di slittamento della decisione Ue sulla Manovra italiana

La trattativa è ancora aperta, nonostante stia volgendo al termine, con un esito favorevole per l’Italia. Dopo continue incertezze, correzioni e modifiche, ieri il ministro dell’economia Giovanni Tria ha inviato a Bruxelles un nuovo schema di Manovra per evitare l’apertura della procedura d’infrazione. Ora si attende la valutazione della nuova proposta da parte della Commissione che dovrebbe arrivare entro il 19 dicembre. Da Bruxelles fanno sapere che “il dialogo con l’Italia continua sui piani di bilancio per il 2019 e il lavoro prosegue a tutti i livelli”, sottolineando che “il vicepresidente della Commissione Valdis Dombroskis e il commissario Pierre Moscovici” sono in contatto con Tria.

Dopo l’ultimo vertice a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini si sono detti soddisfatti delle misure previste nella Manovra e hanno parlato di “accordo raggiunto con buon senso e coerenza”. In ogni caso l’accordo con Bruxelles dovrebbe comportare un taglio delle risorse di almeno 4 miliardi di euro. Tuttavia è confermato, assicura Di Maio, che l’Iva non aumenterà, che le pensioni minime aumenteranno, che ci saranno Reddito di cittadinanza e superamento della Fornero con Quota 100. E, stando alle indiscrezione, le correzioni del Governo gialloverde pare abbiano convinto gli euroburocrati.

Nella prima versione dell’ordine del giorno della riunione del collegio dei commissari di domani, la Manovra italiana non era inclusa. Resta ora da capire se le modifiche alla Manovra decise dal Governo italiano, anticipate informalmente via e-mail ai Servizi della Commissione, bastano a colmare il divario che ancora sussisteva tra le richieste della Commissione e le offerte dell’Italia. A quanto pare, però, la risposta potrebbe essere affermativa, considerando anche che ieri in tarda serata Tria è stato costretto a recarsi a Palazzo Chigi convocato da Giuseppe Conte, per “rimetter mano” sulla Manovra in base all’intesa sui saldi concordata con Bruxelles. Impegno non previsto ma improrogabile, tanto che il ministro ha disertato anche la presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa “Rivoluzione” alla quale era atteso.

La Commissione europea potrebbe far partire l’infrazione già mercoledì 19, ma si fa sempre più probabile l’ipotesi che la decisione sulla Manovra possa slittare. Tutto dipenderà dagli ultimi interventi del Governo italiano per far quadrare i conti: una modifica dell’Odg della Commissione è sempre possibile anche all’ultimo momento e rientra nelle prerogative del presidente Jean-Claude Juncker. A quanto apprende Adnkronos, peraltro, l’accordo a livello tecnico sulle modifiche alla manovra tra Ue e il Mef non sarebbe ancora stato chiuso. Restano da finalizzare alcuni punti che devono essere concordati congiuntamente dai tecnici della Commissione e da quelli del Tesoro.

Ed è questa la ragione, spiegano fonti di Palazzo Chigi, il motivo dell’incontro tra Conte e lo stesso Tria. Dopo la fase di stallo di ieri (con tanto di proteste delle opposizioni) stamattina ripartiranno i lavori in commissione Bilancio al Senato. L’ipotesi più probabile a questo punto è che il testo arrivi in Aula a Palazzo Madama venerdì 21 dicembre: in tal caso il voto finale, in terza lettura alla Camera, dovrebbe arrivare alla vigilia di Natale, oppure tra il 27 e il 28 dicembre. Comunque sia, prima della fine dell’anno.