Scoppia la guerra tra le lobby dell’azzardo. Nel mirino i favori dei Monopoli a Sisal e Lottomatica. La Confindustria dei giochi si spacca

di Stefano Sansonetti

Un’esplosione in piena regola, in buona parte provocata da alcune decisioni dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli destinate ad alimentare altri colpi di scena. Il tutto con il solito condimento di lobbisti sempre più inseriti nelle stanze che contano della Pubblica amministrazione. Dopo l’approvazione della legge di stabilità il gioco d’azzardo è diventato un “partito” dilaniato dalle correnti. Da una parte i due big di settore, Sisal e Gtech (ex Lottomatica). Dall’altra le concessionarie di minori dimensioni (in ogni caso dai lucrosi incassi), che si sono scagliate contro le prime. Il 12 gennaio scorso l’Acadi, Associazione dei concessionari degli apparecchi di intrattenimento (slot machines e videolottery) ha deciso di uscire da Sistema Gioco Italia, la Confindustria dei giochi. Perché? Nella legge di stabilità ci sono due passaggi che hanno fatto andare su tutte le furie i concessionari, a quanto pare con l’eccezione di Sisal e Gtech (ex Lottomatica). Il primo prevede un onere aggiuntivo di 500 milioni di euro a carico del settore, da ripartire su tutta le filiera in proporzione agli apparecchi gestiti. E qui si crea la prima spaccatura in Acadi.

LO SCENARIO
Quasi tutti gli operatori aderenti all’associazione ritengono che solo Gtech e Sisal hanno le dimensioni per tenere botta all’onere. Mentre gli altri, in proporzione, saranno costretti a sopportare un peso economico maggiore. E’ la goccia che fa traboccare il vaso. Attenzione, perché fino a quel 12 gennaio in Acadi convivevano Cirsa, Codere, Cogetech, Gamenet, G.Matica, Hbg, Intralot e le due big Sisal e Lottomatica. Il successivo 16 gennaio Sisal risponde decidendo di uscire da Acadi, pur continuando a stare all’interno di Sistema Gioco Italia. Ma lo stesso 16 gennaio Acadi diffonde una nota in cui spiega che ha deciso di escludere Sisal dai suoi associati “per grave violazione del codice etico”. Cioè? A quanto pare Sisal, presieduta dall’ex ministro delle finanze Augusto Fantozzi e guidata dall’Ad Emilio Petrone, il 29 dicembre del 2014 avrebbe dismesso 1.800 apparecchi Vlt per limare l’onere a suo carico, con l’idea di riacquistarli successivamente. Questa, in particolare, è la denuncia contenuta in un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato Mario Rabino (Sc), poi trasformata in interpellanza urgente. Sarebbe questa, allora, la “grave violazione del codice etico”. Poi si arriva al 23 gennaio, data in cui è Gtech-Lottomatica ad annunciare la presentazione di una lettera di recesso da Acadi. E così l’associazione, che soltanto una settimana prima vedeva Gtech e Sisal tra le sue aderenti, adesso si trova a doverle fronteggiare da “nemiche”.

IL RESTO
Ma nella legge di stabilità c’è un altro passaggio contestato. E’ la norma che consente al ministero dell’economia, tra le altre cose, di ridurre il prelievo, aumentare il payout, i premi, gli importi giocabili e la frequenza delle estrazioni per i concorsi che abbiano registrato un calo del 15% nell’ultimo triennio. Riferimento tagliato su misura per il Superenalotto gestito in concessione da Sisal. Insomma, un “regalone” per quest’ultima. La norma, esattamente come quella sui 500 milioni di onere, a quanto pare sarebbe stata scritta da Italo Volpe, direttore centrale normativa e affari legali dei Monopoli. Lo stesso Volpe che, dall’uscita di Luigi Magistro dal vertice dei Monopoli, ambisce a prenderne il posto. Il tutto con l’appoggio dei lobbisti di punta di Sisal e Lottomatica, ossia i rispettivi capi delle relazioni istituzionali Giovanni Emilio Maggi e Giuliano Frosini. Maggi, fino all’anno scorso, era presidente di quell’Acadi che adesso sta facendo la guerra alle due big. E oggi siede sulla poltrona di vicepresidente di Sistema Gioco Italia, in compagnia di altri due vicepresidenti, di cui uno è proprio Frosini. Mentre il presidente è Massimo Passamonti, che comunque è un uomo Sisal. Una Confindustria dei giochi, quindi, che pare un bel po’ sbilanciata a favore dei due colossi. Ma la guerra è appena cominciata. E riguarda anche il vertice dei Monopoli, dove a fare concorrenza a Volpe potrebbe spuntare Alessandro Aronica, attuale responsabile del personale, a quanto pare molto stimato dal numero uno dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Giuseppe Peleggi.

Twitter: @SSansonetti