Sempre più cronisti minacciati. Aggredire i giornalisti sta diventando normale. Tra agosto e settembre altri 30 finiti nel mirino

Anche ad agosto e agli inizi di settembre Ossigeno ha dovuto aggiornare l'elenco dei giornalisti minacciati inserendo nuovi nomi ed episodi vergognosi

Un elenco in continuo aggiornamento. Sempre più lungo da scorrere. Le minacce ai giornalisti non sono andate affatto in vacanza, nemmeno nel mese di agosto e all’inizio di settembre quando nella lista stilata dall’osservatorio di Ossigeno per l’informazione sono stati aggiunti altri 30 nomi. Attraverso un consolidato metodo elaborato ad hoc per vagliare le segnalazioni di probabili minacce, Ossigeno ha reso noti 15 episodi di minacce ai danni di 30 professionisti dell’informazione tra agosto e i primi giorni di settembre. La lista, completa degli ultimi aggiornamenti, adesso elenca 3.371 nomi, di cui ben 249 aggiunti soltanto quest’anno. Gli ultimi episodi documentati si riferiscono anche a molti giornalisti noti al grande pubblico come Klaus Davi, Nello Trocchia, Peter Gomez, Roberto Saviano, Tommaso Cerno, Lirio Abbate, Giampiero Calapà e Carlo Bonini. E tanti altri ancora.

Diverse le minacce subite. Si va dagli insulti via social alle querele per diffamazione ritenute pretestuose, ma anche minacce personali, aggressioni e telefonate minatorie. Per arrivare addirittura alle infiltrazioni in casa o all’interno della redazione. Tra i casi più scottanti quello raccontato in dossier dettagliato di Ossigeno riguardante Klaus Davi che, più volte, ha provato a parlare con persone legate ad ambienti di ‘ndrangheta subendo minacce e aggressioni in Calabria. Nel tentativo di intervistare il presunto boss della ‘ndrangheta Giuseppe Calabrò, lo scorso 23 agosto, Davi ha rischiato grosso quando il vicino di casa di Calabrò gli ha lanciato un pesante vaso, mancandolo di poco. Sempre in terra calabra il direttore del settimanale l’Avvenire di Calabria ha denunciato un’irruzione notturna in redazione. Secondo il sacerdote giornalista don Davide Imeneo un avvertimento “per farci capire che ci tengono d’occhio”. Altra irruzione, questa volta a casa, nell’abitazione romana del giornalista siciliano Paolo Borrometi: portati via l’hard-disk di un computer e alcuni documenti cartacei. Per essersi occupati del processo Mafia Capitale hanno subito minacce Abbate, Calapà e Bonini.

Si è chiusa, invece, la vicenda riguardante il Gruppo editoriale l’Espresso e i giornalisti Gomez, Daniela Hamaui e Leonardo Sisti: la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di Fedele Confalonieri contro la decisione della Corte d’Appello di non accogliere la richiesta di condanna per diffamazione. Senza dimenticare le numerose minacce, all’ordine del giorno, subite dai cronisti locali. Quelle non mancano mai.