Show di Grillo a Strasburgo

di Alessandro Righi

E’ un Beppe Grillo scatenato quello arrivato a Strasburgo. Dura contestazione da parte del leader del Movimento 5 Stelle che non ha affatto gradito la conferma a Martin Schulz al vertice del Parlamento europeo. “Il neo rieletto è venuto in Italia a far campagna contro di me, mi ha definito come un venticello che passava dicendo chi sono queste persone messe qui con 400 voti?”, ha attaccato Grillo, “Noi vorremmo un’Europa diversa, fatta dai cittadini e che non sia di banche e di finanza”. E c’è stato spazio anche per commentare la decisione presa da 15 eurodeputati euroscettici che fanno capo a Nigel Farage di voltare le spalle durante l’esecuzione dell’Inno alla gioia nel corso della cerimonia d’insediamento per la nuova legislatura. “In Europa non c’è piu’ gioia”, ha sentenziato il leader del Movimento pentastellato, “perciò Farage si è girato. L’Inno alla gioia è stato usato da Hitler e dai più grandi killer della storia. La gioia non c’è più, qui dobbiamo sederci e ragionare”. Nel mirino di Grillo è finita anche la gestione dei fondi comunitari: “Io sono venuto qui a guardare i conti e a dire di non dare più soldi all’Italia, perché scompaiono in tre regioni: Sicilia, Calabria e Campania, dove ci sono la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra”.

Durissimo anche il commento da parte della Lega Nord. Il segretario Matteo Salvini non ha fatto sconti al confermato presidente: “Il signor Schulz, quello diventato famoso per aver insultato Berlusconi, è stato eletto Presidente del Parlamento Europeo.
Un socialista, statalista e tedesco, che comanda a Strasburgo. Pessima notizia, o si disfa l’Europa o si muore”. Ancora più dura l’europarlamentare del Carroccio Mara Bizzotto: “Ci risiamo: in Europa, ancora una volta, è il vecchio che avanza. Bruxelles punta sulla Germania e sull’usato ‘sicuro’ Martin Schulz per mettere a tacere chiunque osi criticare quest’Europa delle banche e dei poteri forti. Con Schulz presidente dell’Europarlamento e Juncker a capo della Commissione UE il peggio della nomenclatura europea è servito Una spartizione di poltrone in piena regola che conferma tutto lo strapotere della Germania nelle politiche europee”.