Si avvera la profezia di Oriana. Il fondamentalismo e l’integralismo islamici sono in Europa, sono dentro casa nostra, minacciano le nostre vite e minano ogni forma di stabilità

di Isabella Rauti

Dopo l’attentato terroristico alla sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo, con 12 persone uccise da fanatici islamici e molti feriti, la storia cambia. Un commando che, con armi da guerra, entra nella redazione di un giornale per “vendicare” qualche vignetta e per “giustiziare” la libertà di stampa dice al mondo che la pace in Occidente è finita. E ci dice anche che il fondamentalismo e l’integralismo islamici sono in Europa, sono dentro casa nostra, minacciano le nostre vite e minano ogni forma di stabilità.
Non esiste soltanto un pericolo terrorista ma qualcosa di più pervasivo che si agita e si diffonde in Europa e che vuole sovvertire dal profondo e recidere le nostre radici identitarie, quelle della millenaria civiltà cristiana europea e dei suoi valori. E nell’Europa di oggi, quella delle banche e dei burocrati che in questi anni si sono impossessati dei nostri destini, questi ultimi nulla possono e vogliono per difenderci e per difendere l’Europa, i suoi confini, le sue radici. Abbiamo spalancato le porte all’immigrazione irregolare, abbiamo promesso l’Eldorado, abbiamo creato dipendenza nei Paesi terzi, abbiamo lucrato sulla cooperazione e ceduto alle ipocrisie del Melting pot e del multiculturalismo. E mentre cominciamo a contare e a piangere morti innocenti, prendono consistenza le profezie di Oriana Fallaci sulla minaccia islamica in Occidente. Rispetto a questo pericolo abbiamo ostentato solo ignavia ed incredulità; nè orgoglio nè rabbia. Oggi che la pace è finita, oltre alla rabbia, cerchiamo di ritrovare l’orgoglio di essere europei e di essere italiani. È in gioco l’esistenza stessa dell’Occidente, dell’Europa e dell’Italia; dobbiamo difenderci e difendere la sicurezza dei nostri confini, dobbiamo lanciare la sfida della nostra identità ed imporre i nostri valori. Dobbiamo ammettere che un certo buonismo multiculturale ha prodotto frutti malati e ritrovare la forza di mettere l’Europa – e l’Italia! – prima di tutto! E crederci fino in fondo.