Silenzio omertoso. Una vittima attacca la Chiesa. Il sopravvissuto è stato vittima del cappellano per 4 anni e mezzo che poi è stato spostato

di Francesco Carta

Iniziò ad abusare di me quando avevo 11 anni e andò avanti per 4 anni e mezzo”. Un tempo lunghissimo per David Ridsdale, una delle vittime degli abusi dei preti pedofili australiani, che ancora segna nel profondo l’uomo, arrivato a Roma per assistere alla deposizione del cardinale George Pell dinanzi alla Commissione Reale che indaga sugli scandali. “Nella mia scuola elementare – dice ancora Ridsdale, nell’intervista rilasciata a Repubblica Tv – ogni membro della Confraternita dei Fratelli Cristiani ha compiuto abusi sui bambini. Il cappellano, cioè mio zio, abusava dei bambini”. Ma non c’era alcun problema di sorta. Quando qualcosa emergeva, semplicemente il “mostro” nascosto dietro l’abito da presbitero veniva spostato di parrocchia in parrocchia. “Adesso sappiamo che la Chiesa ne era a conoscenza”, è la conclusione rassegnata e rabbiosa al tempo stesso di Ridsdale. È, questa, soltanto una delle tante storie dei “sopravvissuti” australiani agli abusi dei preti pedofili, arrivati come detto a Roma per assistere alle audizioni in videoconferenza tra Roma e Sidney che hanno visto il Cardinale George Pell impegnato con la Commissione Reale che indaga sugli scandali. E in merito proprio al ruolo del Cardinale Pell, Ridsdale non si è tirato indietro. “Durante le audizioni – ha detto ancora – lui ha sempre sostenuto che a sbagliare erano stati solamente gli altri. Stando alla sua versione, sono moltissime le persone che lo hanno ingannato”. Il processo andrà avanti ancora a lungo. Ma, per ora, una cosa è già certa. In tanti, troppi erano consapevolmente coinvolti. E hanno permesso abusi reiterati e istituzionalizzati.