Sindacati e altre vane illusioni

di Gaetano Pedullà

Oggi vedremo quanto sarà larga la piazza radunata dalla Cgil. La Camusso si augura un milione di persone, ma noi che le vogliamo bene speriamo siano molte meno, perché più gente arriverà più sarà pesante il conto di treni, autobus, persino una nave speciale e tutta l’organizzazione che il sindacato ha messo in piedi per far vedere che esiste ancora. Una prova di muscoli alla quale la Sinistra riformista riunita alla Leopolda replica nelle stesse ore ragionando su un percorso di riforme che non sarà una manifestazione spintanea a fermare. Cambiare questo Paese vecchio, dove i sindacati non possono far finta di non aver avuto un ruolo centrale in ogni grande scelta politica ed economica, è un dovere verso le nuove generazioni prima ancora che verso noi stessi. Le forze progressiste di un tempo, ormai imborghesite e diventate baluardo della conservazione si sfoghino pure, ma un sindacato che tutela i garantiti e illude i giovani difendendo regole che hanno prodotto il record storico di disoccupazione, farebbe bene a cercare anche per se stesso un percorso di rinnovamento. Se vuole avere un futuro. Per sé e per l’Italia.