Sinistra verso l’esclusione a Roma, respinto il riscorso al Tar. Fassina gioca la carta del Consiglio di Stato

Niente da fare per Stefano Fassina. La sua candidatura per elezioni a Roma diventa sempre più improbabile dopo l'esclusione dalla corsa al Campidoglio.

Niente da fare per Stefano Fassina. La sua candidatura per elezioni comunali a Roma diventa sempre più improbabile dopo l’esclusione decisa per alcune irregolarità nella presentazione delle liste. La battaglia annunciata rischia di essere perdente: il Tar del Lazio ha infatti respinto il ricorso presentato. “Apprendiamo con rammarico la sentenza del Tar del Lazio che esclude le nostre liste dalla competizione elettorale a Roma.  Non ci fermiamo qui. Siamo convinti delle nostre ragioni e ricorreremo al Consiglio di Stato”, ha affermato Fassina. Ma gli umori nell’ambiente di Sinistra italiana sono decisamente bassi. E tra aria di resa dei conti per un progetto che mostra i suoi limiti prima di decollare davvero.

La questione a sinistra ha attirato l’attenzione degli avversari politici. “Ora il candidato della sinistra di governo si illude di incassare i voti causati dalla defezione delle liste di Fassina senza pagare dazio.Con Fassina abbattuto dalla giustizia elettorale, i suoi voti potrebbero essere acciuffati solo in cambio di assetti e programmi devastanti per la città”, ha affermato Francesco Storace, che appoggia la candidatura di Alfio Marchini. “La riproposizione dell’asse che ha governato con Pd e Sel al tempo di Ignazio Marino sarebbe un’autentica sciagura per la città e allontanerebbe ogni speranza di vittoria al ballottaggio contro i grillini di Virginia Raggi”, ha aggiunto.

Intanto, anche per Giorgia Meloni arriva la conferma di una brutta notizia: la lista di Fratelli d’Italia non potrà partecipare al voto del municipio che comprende la Garbatella, il quartiere dove è nata la candidata al Campidoglio.