Sordi, assolti perché il fatto non sussiste i 9 imputati sotto processo per l’eredità. La Fondazione: “Il testamento è valido”

Tutti assolti al processo legato alla vicenda dell'eredità di Alberto Sordi

Il Tribunale di Roma ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, i 9 imputati nel processo legato alla vicenda dell’eredità di Alberto Sordi. Il processo riguardava il patrimonio milionario del famoso attore e coinvolgeva il notaio Gabriele Sciumbata, l’avvocato Francesca Piccolella, l’autista dell’attore Arturo Artati e l’avvocato Carlo Farina. Il giudice ha assolto anche cinque dipendenti che lavoravano presso la villa di Sordi e che hanno assistito la sorella Aurelia.

“Questo sancisce ancora una volta che il testamento è valido”, afferma Nicoletta Piergentili, legale della Fondazione Sordi che era parte civile al processo. Il testamento di Aurelia Sordi, oggetto di un contenzioso civile tra i familiari dell’attore esclusi dall’eredità e la stessa Fondazione che porta il suo nome, affidava alla stessa Fondazione l’intero patrimonio che supera i 50 milioni di euro.

Il pm Eugenio Albamonte, che contestava a seconda delle posizioni, i reati di circonvenzione di incapace e di ricettazione aveva chiesto la condanna di tutti tra i 4 anni e i 2 anni di reclusione. L’inchiesta penale era partita dopo la segnalazione di un banca in seguito ad alcuni movimenti sospetti sui conti correnti della sorella di Sordi.