La lotteria delle specializzazioni

di Angelo Perfetti

Studiano, studiano, studiano. E poi non possono lavorare. In Italia non è una novità, esiste già il caso degli avvocati che sono in numero sovrabbondante rispetto all’utenza disponibile, e buon per le giovani toghe che l’italiano medio – sanguigno e mediterraneo – è litigioso per natura e dunque anche incline a fare causa. Ma per giovani medici il discorso è diverso: quello che manca non è tanto la clientela, bensì i posti per prendere una specializzazione, praticamente  l’unica strada concreta per arrivare ad esercitare la professione. E così, stanchi di lanciare segnali attraverso convegni, appuntamenti  e università, i camici bianchi laureandi e neo laureati hanno deciso di scendere in piazza. E non una piazza qualsiasi: Piazza Montecitorio. Erano circa 600, e sono arrivati con i facsimili di biglietti aerei per la Germania, l’Inghilterra o per chiedere il diritto al futuro professionale in Italia, oggi negato,  dicono, a uno futuro medico su tre per la mancanza di posti nelle  scuole di specializzazione, ma anche per proporre alle istituzioni  soluzioni possibili.

“Oggi in Italia cosi’ come stanno le cose – spiegano  Carlo Ninivagi e Andrea Milzi del Comitato pro concorso nazionale- non c’è futuro”. Negli ultimi quattro anni  infatti, ricordano, gli accessi alle facoltà  mediche sono passati da  6.500 agli oltre 10 mila di quest’anno. A partire dal 2016 ci saranno quindi 8-9 mila neo laureati. Per loro, secondo le regole vigenti, ci  saranno a disposizione tra i 3.500 e 4.000 contratti di formazione  specialistica e circa 800 accessi alle scuole di formazione in medicina generale.

Le possibili soluzioni

Contributi dai medici con pensioni superiori ai 4.800 euro, ricorso alle risorse del Fondo sociale europeo e a quelle del Fondo di garanzia per i giovani. Sono le proposte per reperire i fondi necessari. I giovani camici bianchi chiedono alle Istituzioni, in particolare ai ministri della Sanità e dell’Istruzione, di essere ascoltati per trovare soluzioni concrete al problema della carenza di posti disponibili per le specializzazioni mediche. Per i rappresentanti del comitato è possibile finanziare la formazione dei neolaureati attraverso “le risorse cronicamente inutilizzate del fondo sociale europeo in mano alle Regioni. La Regione Campania – ricordano – utilizzando queste risorse ha stanziato infatti 10 milioni di euro da destinare alla formazione post laurea di area sanitaria, se le altre regioni – dicono – ne seguissero l’esempio si potrebbe arrivare a consentire un consistente aumento dei posti messi a bando”.

Il contributo di solidarietà

Il Comitato pro concorso nazionale, inoltre, chiede aiuto anche ai colleghi in pensione, proponendo di far ricorso al contributo di solidarietà, un prelievo una tantum, sui pensionati che possono contare su un’entrata superiore ai 4.800 euro mensili, i cui ricavati potrebbero finanziare il capitolo di spesa sui contratti di formazione nelle scuole di specializzazione e altre voci di spesa che riguardano i giovani medici.

Inoltre la richiesta alle istituzioni è di attingere al “fondo di garanzia per i giovani”.

Del network trasversale tra studenti e giovani medici fanno parte il comitato aspiranti specializzandi, il coordinamento nazionale studenti in medicina per la Ri-FORMAzione, il coordinamento liste per il diritto allo studio e l’Associazione italiana giovani medici Sigm e il Comig (Coordinamento Odontoiatri Medici Italiani Giovani).