Stadio Capitale, Casaleggio smentisce la cena con Lanzalone. Di Maio: “E’ tutto un equivoco”. Dalle carte nuovi particolari: mr Wolf puntava pure all’Atac

Stadio Capitale, Casaleggio smentisce la cena con Lanzalone. Di Maio: "E' tutto un equivoco". Dalle carte nuovi particolari: mr Wolf puntava pure all'Atac

Certo sono andato a una cena l’altro giorno e ho trovato anche Lanzalone ad un altro tavolo e l’ho salutato”. Cosi’ Davide Casaleggio, intercettato da Repubblica Tv, ha risposto al giornalista che gli chiedeva se avesse partecipato ad una cena con l’ex presidente di Acea, Luca Lanzalone, coinvolto nella vicenda dell’inchiesta sullo stadio della Roma. Non si è occupato di nomine a quella cena? “No, io non mi occupo di nomine” ha risposto il presidente dell’Associazione Rousseau. “Sono molto fiducioso nel modo in cui il Movimento 5 Stelle gestisce le situazioni problematiche”. Ha mai incontrato Luca Parnasi? “No, non l’ho mai incontrato” ha risposto il presidente dell’Associazione Rousseau.

Le carte: “Noi abbiamo ricevuto una cosa solo da una persona che si chiama Virginia Raggi” – Dalle carte dell’inchiesta, intanto emergono nuovi elementi: un presunto favore che l’assessore al Bilancio e Partecipate del Campidoglio Gianni Lemmetti avrebbe chiesto all’avvocato Luca Lanzalone, trait d’union secondo gli inquirenti, tra l’imprenditore Luca Parnasi e il Campidoglio. Lo proverebbe una conversazione telefonica tra Lanzalone e un suo socio: “Gli ho detto, Gianni, vediamo di capirci allora, noi già vi stiamo dando una mano su un milione di cose gratis et amore dei. Perché vorrei far presente, non ci pensa mai nessuno…però dico…. noi abbiamo ricevuto una cosa da una sola persona che si chiama Virginia Raggi e che mi ha nominato nel Cda di Acea. Detto ciò, tutto il resto che abbiamo fatto è stato fatto tutto gratis et amore dei e continuiamo a farlo gratis et amore dei”. Il dialogo telefonico continua: ”Gli ho detto, mi sembra anche eccessivo a questo punto che pretendiate da noi – si legge nelle carte – che dovremmo prendere non ho capito bene quali posizioni, non ho capito bene in forza di quali poteri avremmo, per non ho capito bene fare che cosa o favore di chi”.

Lanzalone voleva anche l’Atac – Luca Lanzalone puntava a ottenere incarichi professionali per il suo studio anche nella vicenda del concordato sul futuro della municipalizzata del trasporto pubblico di Roma, Atac. In una intercettazione del 22 maggio “Carlo – Giampaolino, verosimilmente Carlo Felice Giampaolino (advisor legale per il concordato Atac”) si legge nelle carte – tra l’altro afferma che il ricorso dovrà essere curato da Lanzalone o da un altro professionista con la sua caratura. I due commentano i problemi che potrebbero sorgere nel momento in cui sarà incaricata l’avvocatura del Comune di Roma per seguire le pratiche legali”. Nel colloquio, si legge nell’informativa, i due “parlano del concordato Atac e delle intenzioni del Comune e della sindaca. L’argomento è la proroga del contratto tra Atac e il Comune. Discutono dei dettagli tecnici e legali della proroga e dell’eventuale gara. Discutono dei dettagli tecnici del ricorso e Carlo dice che dovrà occuparsene Luca o uno come lui. Luca gli dice che il Comune gli dice che la farà seguire all’avvocatura”. Lo stesso giorno Lanzalone “viene contattato da una donna che gli passa l’avvocato Patanella di Atac – si legge nell’informativa – quest’ultimo gli spiega l’esistenza di una procedura di accreditamento on line per gli avvocati e gli spiega come iscriversi al sito Atac”. Il giorno dopo avviene quindi un colloquio fra Lanzalone e Stefano Sonzogni, legale del suo studio genovese in merito all’iscrizione “al portale del sito Atac”. E qui “Sonzogni manifesta i propri dubbi in merito all’acquisizione dell’incarico”. “Se ci iscriviamo per il loro civile, in teoria, farebbero una forzatura ad invitarci per una questione che è di amministrativo puro, potrebbe essere antipatico che chiamano ad uno che non è iscri…”. Il discorso verte a questo punto sui requisiti necessari all’iscrizione. “Sonzogni manifesta perplessità sul possesso di tali requisiti, precisando che altri loro associati potrebbero aver i titoli richiesti. Lanzalone afferma che potrebbero conteggiare anche i pareri emessi, considerandoli come singoli incarichi ricevuti”. Il giorno dopo, il 23 maggio, Lanzalone fa sapere a Giampaolino di essersi iscritto all’albo dei legali e, si legge nelle carte, ”critica il regolamento e i parametri e i requisiti richiesti”. ”Tu però comunque ti iscrivi no? – chiede Gianpaolino – e quindi intenti….perché cioè poi dopo questa qua…nella specificità bisogna trovare il modo per fare una…”. ”Noi – interviene Lanzalone – stressando un po’ e considerando gli incarichi stragiudiziali, i pareri eccetera…40 ci arriviamo abbondantemente”. Giampaolino conclude il dialogo: ”Riparlerò con Patanella… diciamo il nostro conforto sarebbe che tu sei esperto di queste gare. Atac è piena di avvocati che venivano cambiati in base al cambio di amministrazione e sono spaventati dalla paura”. Dice che il Comune gli dice che la farà seguire all’avvocatura”.

Di Maio: l’inchiesta è un grande equivoco – Di Maio rompe il silenzio sull’inchiesta sullo stadio della Roma per dire che si tratta di “un grande equivoco, è tutto un malinteso”. Il vicepremier ha risposto ai cronisti lungo i pochi metri che lo portano al palco di piazza Indipendenza a Pomezia, cittadina a sud di Roma, dove il 24 giugno i 5S si giocano (di nuovo) il Comune al ballottaggio. Di Maio ha aggiunto di essere tranquillo. Sul palco ha spostato l’attenzione su quello che farà: non solo lui come doppio ministro (“Il decreto di dignità si farà subito, non c’è più tempo da aspettare”) ma anche i suoi colleghi Fraccaro e il presidente della Camera Fico. “La prossima settimana ci sarà il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari”, assicura.