Stop all’uomo solo al comando. Così la Lega vuole riformare l’Inps. Proposta di legge alla Camera per la nuova governance. Meno poteri al presidente, torna il Cda. Rivoluzione in vista pure all’Inail

La Lega vuole riformare l'Inps. Alla Camera una proposta di legge di Elena Murelli

Basta con l’uomo solo al comando. All’Inps, l’Istituto nazionale di previdenza sociale, l’ente che eroga le pensioni degli italiani, attualmente presieduto da Tito Boeri, la nuova parola d’ordine è “collegialità”. Almeno a giudicare dalla proposta di legge a prima firma della deputata della Lega, Elena Murelli, all’esame della commissione Lavoro della Camera.

Non è la prima volta che il tema della governance degli enti pubblici non economici, dall’Inps all’Inail (l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni del lavoro, al quale peraltro si estende la riforma messa a punto dal Carroccio), finisce al centro dell’agenda politica. Già nella scorsa legislatura, infatti, se n’era occupata la stessa commissione Lavoro di Montecitorio, lasciando però l’iter incompiuto. Ora la Lega ci riprova. Peraltro in un momento particolare: non è infatti escluso che l’Inps possa essere chiamata a gestire, almeno in una prima fase, l’erogazione del reddito di cittadinanza, come ha proposto il consigliere economico di Matteo Salvini e sottosegretario ai Trasporti, Armando Siri.

Con l’obiettivo di sterilizzare l’intervento legislativo del 2010 che ha disposto il superamento dei consigli di amministrazione, trasferendone i poteri ai presidenti. “Purtroppo – si legge nella relazione illustrativa della proposta Murelli – l’attuale modello di governance degli enti previdenziali ed assicurativi, basato su un organo monocratico, manca della cosiddetta ‘esigibilità delle decisioni’, che consente di verificare che le risorse degli Istituti siano gestite coerentemente con le loro finalità istituzionali”. Ma non è tutto.

La stessa Corte dei conti – ricordano i proponenti – nella sua ultima analisi del bilancio dell’Inps, ha evidenziato “una situazione patrimoniale precaria”, sottolineando la necessità di una “revisione di funzioni e compiti dei tre principali organi – di indirizzo e vigilanza, di rappresentanza legale dell’ente, di indirizzo politico-amministrativo – che, insieme al direttore generale, compongono quel particolare assetto duale disegnato dal legislatore per gli enti previdenziali pubblici”. Anche perché, la riforma del sistema di governo dell’Istituto varata nel 2010, che ha accentrato “nella figura del presidente” i compiti “prima spettanti al Consiglio di amministrazione” – insistono i deputati della Lega citando ancora la Corte dei Conti – non si è mostrata “sufficiente a conferire all’Istituto migliore equilibrio, in particolare, nei rapporti con il Consiglio di indirizzo e vigilanza”.

Insomma, l’obiettivo della proposta di legge è quello di “garantire una governance equilibrata, collegiale e trasparente” volta ad assicurare, in particolare, “il rispetto del principio di separazione tra indirizzo politico e gestione, l’efficacia del sistema di controllo e dei processi decisionali definiti allo scopo di evitare possibili conflitti”. Ed è proprio l’urgenza di reintrodurre questa separazione il cuore della riforma della Lega (abbinata in commissione ad un testo molto simile a prima firma della deputata del Pd, Carla Cantone).

“Oggi tutti i poteri sono nelle mani del presidente, di fatto un organo monocratico – spiega la Murelli a La Notizia -. Noi proponiamo di tornare ad un modello di governance collegiale, proprio per garantire la separazione tra l’indirizzo politico e gestionale degli enti previdenziali e assicurativi”. Una garanzia di imparzialità per l’ente, ma anche un freno agli eccessi di protagonismo dei quali l’attuale presidente dell’Inps Boeri è stato accusato, più volte, da diversi esponenti della maggioranza giallo-verde. Non ultime, le scintille con il leader della Lega Salvini su quota 100, una delle riforme chiave del contratto di Governo.

Ma, come detto, l’Inps potrebbe essere chiamata a breve ad erogare il reddito di cittadinanza alla platea degli aventi diritto come proposto proprio dal Carroccio. “Se passasse questa soluzione – conclude la Murelli – la riforma della governance consentirebbe di individuare con chiarezza gli organi preposti all’individuazione dei beneficiari, di stabilire l’iter di assegnazione e di monitorare l’erogazione delle somme”. La prossima settimana, ultimate le audizioni in commissione Lavoro, sarà proprio la Murelli, in veste di relatrice, a mettere a punto il testo base della legge.