Barcellona, due italiani tra le 14 vittime. Bruno aveva 35 anni: è stato falciato davanti a moglie e figli. Luca è stato travolto con la fidanzata, rimasta ferita

Strage di Barcellona, ci sono due vittime italiane tra i 13 morti. Uno è un 35enne di Legnano, con moglie e due figli piccoli. L'altro è Luca Russo

“Ci sono due italiani tra le vittime. Il nome non ha senso che lo dica io, ma va tutto in una direzione”. Lo afferma alle telecamere Stefano Verrecchia, capo unità di crisi della Farnesina.

Bruno Gulotta – C’è dunque un altro italiano morto oltre a Bruno Gulotta, un legnanese di 35 anni in vacanza con la moglie e due bimbi, sarebbe stato falciato dal furgone e morto sul colpo.

L’uomo – secondo quanto appreso e secondo quanto riferito ancora da Qn – si trovava sulla frequentatissima strada di Barcellona quando è stato travolto dal van. Un impatto violentissimo che non gli avrebbe lasciato scampo. Gulotta lavorava in città come impiegato e viveva nella zona di viale Gorizia (zona residenziale della città). Poi è arrivata la conferma, su Facebook, da parte di un collega:

In serata fonti del ministero degli Esteri avevano fatto sapere che “le verifiche sui connazionali sono ancora tutte in corso ma il rischio di eventuale coinvolgimento (di connazionali) c’e'”. Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha “disposto, dall’Ambasciata d’Italia a Madrid, una missione a rafforzamento del Consolato Generale, per supportare in ogni modo i nostri connazionali. A questo scopo, alcuni nostri uomini della Unità di Crisi partiranno per Barcellona con il primo volo disponibile”.

Intanto l’ambasciatore italiano a Madrid Stefano Sannino, intervistato da Skytg24, ha parlato anche di tre feriti, due dei quali già rilasciati e un terzo comunque non grave.

La seconda vittima: Luca Russo – Nel corso della mattinata è emersa l’identità anche della seconda vittima italiana della strage di Barcellona. Si tratta di Luca Russo, 25 anni, residente a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza. Originario di Marostica, il giovane si sarebbe laureato in ingegneria energetica a Padova appena un anno fa.

Era in vacanza nella città catalana con la fidanzata, Marta Scomazzon: anche la ragazza sarebbe stata travolta dal furgone ed è ferita in modo non grave. I due prestavano insieme servizio di volontariato presso la Croce Verde di Bassano.

Intanto sul profilo Facebook della sorella è apparso un appello: “Aiutatemi a riportarlo a casa”. Un messaggio che ha scosso tanti: fra le molte dichiarazioni di cordoglio anche quella di Roberta Capelli, nuora dei coniugi di Voghera uccisi nell’attentato di Nizza, che ha scritto: “Mi dispiace tanto. Io e la mia famiglia vi siamo vicini e capiamo il vostro dolore. Vi abbraccio forte anche a nome di mio marito e degli altri italiani coinvolti a Nizza”. Un attentanto, quello francese, che aveva molto colpito Luca. Tanto che quel giorno aveva postato una foto: quella della bambola di una delle giovani vittime scrivendo: “Don’t pray: think!”, non pregare, pensa.

Numerosi amici stanno invece lasciando un ultimo saluto sotto quello che è invece l’ultimo messaggio che il ragazzo aveva postato sul suo profilo Facebook e che oggi suona sinistramente profetico: “Nasciamo senza portare nulla, moriamo senza portare via nulla. Ed in mezzo litighiamo per possedere qualcosa”.

Anche il Presidente della regione veneto Luca Zaia, ha ricordato il giovane postando un messaggio su Facebook: “Il Veneto perde uno dei suoi figli e la memoria non può che ritornare all’attentato del Bataclan, in cui è stata barbaramente uccisa la nostra Valeria Solesin“.