Testimonianzeche lasciano senza parole, quelle degli italiani che hanno vissuto in prima persona la strage di Barcellona. “Essere nel mirino, puntato dal camion”. “Vedere persone colpite volare via di fronte a me”. “Almeno tre o quattro a terra. Tutti che correvano, urlavano, piangevano“.

“Sono chiuso in un bar ad un paio di chilometri dalla rambla, tutto si sta svolgendo a pochi metri da casa mia e per questo non posso tornare e ho poca batteria per rispondere a telefonate e messaggi. È stato terribile“, scrive su Facebook Alessio Stazi, un italiano testimone di quanto accaduto. “E’ stato terribile percepire di essere nel mirino, puntato dal camion, è stato terribile vedere persone colpite volare via di fronte a me, è stato terribile scappare via con la paura di essere uccisi, è stato terribile chiudersi in un negozio pensando che se gli attentatori lo avessero assaltato saremmo stati senza scampo. È terribile ora non capire cosa succede, non sapere da dove iniziare a chiamare tutti quelli che conoscono che vivono qui”, si legge.

“Sono vivo solo perché non sono riusciti ad ammazzarmi, ma io ero lì nel mezzo, li ho visti, in pochi secondi ho visto uccidere non so quante persone di fronte ai miei occhi”, scrive Stazi in un altro post. “Mi sono ritrovato chiuso in un sottoscala di un negozio e non so neanche come ci sono arrivato, non so dove sono i miei amici e non capisco ancora cosa sia successo”, aggiunge. “Ho visto almeno tre o quattro persone a terra, un poliziotto con una persona in braccio e tutti che correvano, urlavano, piangevano”. E’ la testimonianza di Luca Terracciano, uno studente italiano. “Io arrivavo in bici da un vicolo laterale e quando sono giunto sulla Rambla ho visto questa scena di terrore”, aggiunge.

“Mi trovo in un albergo, siamo chiusi in stanza. Non possiamo neanche affacciarci per vedere quello che accade”. A dirlo, raggiunto telefonicamente dall’Ansa, è Gianluca Marino, un salernitano in vacanza con la famiglia a Barcellona. “Pochi minuti prima dell’attentato – dice – mi trovavo proprio sulla Rambla. Potevo esserci anche io tra quelle persone uccise. Mio figlio di appena 2 anni per fortuna non si è reso conto ancora di nulla”. “Siamo ancora chiusi in libreria. Non abbiamo informazioni su quando ci faranno uscire”, scrive invece Marika Zorzi su Twitter.

“Io sono in un negozio, le altre quattro persone che erano con me si sono trovate dietro il furgone che andava addosso alla gente nella zona pedonale. La folla correva”. Lo racconta all’Ansa Chiara, ragazza che ha trovato rifugio nel negozio: “Adesso non ci fanno uscire, sentiamo che fuori c’è la polizia, ma da qui non vediamo niente. Ci stanno portando al piano inferiore”.