Stretta sui crediti deteriorati. Anche Padoan se n’è accorto. No del ministro ai nuovi limiti sulle banche. Rete Imprese attacca: i prestiti andranno a picco

Anche all’interno del Governo italiano sta montando l’allarme sulle nuove regole di copertura dei crediti deteriorati imposte alle banche dalla Bce. Alla vigilia dell’Ecofin, in programma oggi in Lussembrugo, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan parla di “perplessità” in riferimento alla decisione che potrebbe essere presa in gennaio dall’Eurotower. Ma è chiaro a tutti che imporre alle banche accantonamenti per coprire integralmente questi crediti non significherà altro che contrarre ancora di più il credito a imprese e famiglie. E infatti, sempre alla vigilia dell’appuntamento, sono le pmi a far montare il livello della preoccupazione.  “La proposta della Bce sui crediti deteriorati è da allarme rosso”, ha detto ieri Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio e Rete Imprese Italia parlando al terzo forum internazionale di Conftrasporto a Cernobbio.

Fibrillazioni – “Se le banche dovessero far fronte a un accantonamento di capitale fino al 100% del finanziamento in essere”, ha incalzato, “le conseguenze si tradurrebbero automaticamente in una drastica riduzione del credito e maggiori tassi di interesse, soprattutto per le pmi”. Tornando a Padoan, il ministro è stato verbalmente più battagliero sulla questione dei conti pubblici. “La Commissione europea ha portato avanti il concetto della flessibilità sui conti pubblici”, ha premesso, per poi precisare che questa filosofia “è generale e si applica a tutti i paesi. Di questo discuteremo domani (oggi, ndr) all’Ecofin”. Come dire: non è che l’Italia ha chiesto trattamenti che non siano previsti e riservati a tutti gli altri partner. Nel frattempo, sul tema banche, la Bce ha comunicato gli esiti degli stress test, le ormai famose simulazioni sulla tenuta dei bilanci degli istituti in situazioni avverse.

Il responso – E il risultato, a quanto pare, è stato positivo. Un aumento dei tassi nei prossimi tre anni, ha spiegato l’Eurotower, si tradurrebbe per la gran parte delle banche vigilate da Francoforte in un incremento del margine di interesse anche se ci sarebbe un effetto di decremento del valore dell’equity. L’indagine della Bce, nel dettaglio, si è basata sui bilanci a fine 2016. Insomma, lo scenario futuro non sembra da questo punto di vista negativo. Ma è chiaro che, al di là di questo ottimismo, in Europa monta la preoccupazione per i provvedimenti relativi alla copertura in bilancio dei crediti deteriorati. Questo è il dibattito più delicato dei prossimi mesi.