Sulle banche sanzioni ridicole. Ecco la vera impotenza di Consob: dal 2011 solo “carezze” ai manager del credito. Multati in media per 45mila euro a testa

di Stefano Sansonetti

L’audizione di ieri in Commissione banche, alla fine, passerà alla storia come quella in cui Giuseppe Vegas ha accusato la sottosegretaria Maria Elena Boschi di essersi fin troppo interessata del destino di Banca Etruria. In realtà ci sono altri passaggi dell’intervento del presidente uscente della Consob che meriterebbero l’onore della ribalta. In particolare quello in cui viene di fatto fotografata la scarsissima incisività delle sanzioni della Commissione di controllo sulle società quotate in Borsa. Ne risulta un elemento decisivo, a questo punto, per capire il fallimento degli organi di controllo in questi anni e per mettere in cantiere alcune riforme. Si dà infatti il caso che a un certo punto, davanti a deputati e senatori riuniti sotto la guida di Pier Ferdinando Casini, Vegas abbia presentato una sorta di bilancio consolidato delle multe spiccate nei suoi sette anni al vertice della Consob.

Numeri – Dal 2011 a oggi, ha spiegato, alle sole banche sono state irrogate sanzioni per 32,5 milioni di euro che hanno riguardato 715 esponenti aziendali, di cui 366 nel 2017. Ma in questi numeri, a ben vedere, c’è una sorta di autodichiarazione di impotenza. Dire che dal 2011 le multe alle banche sono arrivate a 32,5 milioni significa una media annua di 4,6 milioni di euro. Praticamente niente, visto che la cifra corrisponde più o meno allo stipendio di un top banker.  Se poi spalmiamo la cifra complessiva delle sanzioni sui 715 esponenti bancari colpiti, viene fuori che in sette anni la media è stata di multe per 45.400 euro a manager. Anche qui, in sostanza, un’autentica carezza per chi è abituato a percepire come minimo stipendi per centinaia di migliaia di euro. E poi il dato finale. Di questi 715 manager 366, ossia più della metà, sono stati sanzionati nel 2017, e cioè quando le banche più disastrate erano già ampiamente finite nel baratro. Insomma, anche se l’Autorità può dire di essersi attenuta ai criteri fissati dalla legge per la determinazione delle sanzioni, questa sorta di “consolidato” proposto da Vegas dà la dimensione di come la Consob faccia poca paura quando prova a esercitare una funzione deterrente.

L’altro intervento – E così assume ancor di più il sapore dello scaricabarile l’intervento, che ha avuto luogo sempre ieri in Commissione banche, del vicedirettore generale della Consob, Giuseppe D’Agostino. Le sue parole hanno dato a intendere che  l’Authority ha conosciuto alcuni rilievi della Banca d’Italia nei confronti di Banca Etruria solo a distanza di quattro anni. Le carte,  ha spiegato entrando più nel dettaglio, sarebbero state trasmesse dalla Nuova Banca Etruria nel maggio del 2016 e, in un caso, in un documento era contenuto un rilievo della stessa Banca centrale inviato ad Arezzo nel luglio 2012. E così sulla base delle carte sconosciute, che sarebbero state ricevute solo l’anno scorso dagli organi della risoluzione, la Consob quest’anno ha irrogato sanzioni agli ex vertici dell’Etruria per 2,75 milioni.

Twitter: @SSansonetti