Tagli e manager strapagati. I bancari tornano in sciopero. Solo negli ultimi cinque anni persi 70 mila posti

Oggi banche chiuse per sciopero e da lunedì inevitabili disagi a oltranza per lo stop del lavoro straordinario. La crisi presenta il conto a un settore che solo negli ultimi cinque anni ha perso 70mila posti di lavoro e oggi conta circa 310mila dipendenti in attesa di rinnovare il contratto. Con lo slogan #sonobancario al servizio del Paese, quattro manifestazioni sono in programma a Milano, Roma, Palermo e Ravenna (città del presidente dell’Abi, l’associazione bancaria, Antonio Patuelli). Grandissimo il consenso atteso tra i lavoratori, che protestano anche per gli accordi disdettati unilateralmente proprio dall’Abi, per i massicci esuberi previsti e per la sperequazione tra gli stipendi medi e i milioni incassati dai vertici aziendali. Una zona decisamente grigia, quest’ultima, sulla quale persino la stessa Banca centrale europea ha chiesto chiarezza sui parametri. E non finisce qui.

GUERRA TOTALE
Per Lando Maria Sileoni, leader della Fabi, i sindacati chiedono chiarezza e trasparenza pure su sponsorizzazioni, consulenze informatiche e dei professionisti (spesso sempre gli stessi), gestione e compravendita degli immobili di proprietà delle banche, appalti e servizi (dal trasporto valori alle manutenzioni e ai servizi informatici). Guerra totale, insomma.