Taglio dei parlamentari, la riforma fa un altro passo. Il Pd prima dice di condividere l’idea del M5S ma al dunque prende le distanze

Il Pd dice stop all'approvazione della legge per il taglio dei parlamentari

Il Partito Democratico dice stop all’approvazione della legge per il taglio del numero dei parlamentari. Dopo giorni di lavoro nella Commissione Affari Costituzionali della Camera, dove i rappresentanti di tutti i partiti stavano discutendo le riforme  costituzionali per diminuire i deputati e i senatori, ieri, i membri del Pd hanno abbandonato la seduta.

Il motivo? Lo ha spiegato il parlamentare Democratico Stefano Ceccanti “prima volevano farci votare il numero dei senatori a vita a prescindere dal numero dei senatori; poi il numero dei delegati regionali a prescindere dal numero dei parlamentari”. Ma per il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, il pentastellato Simone Valente, la questione è un’altra “Il Pd, che a parole si è sempre detto a favore della riduzione dei parlamentari, getta definitivamente la maschera davanti al Paese: non vuole tagliare i 345 parlamentari previsti dalle nostre riforme”.

Il vice capogruppo del Movimento 5 Stelle a Montecitorio, Francesco Silvestri (nella foto), ha sottolineato “con il taglio dei parlamentari intendiamo riformare la Costituzione per rendere il Parlamento più efficiente e risparmiare il denaro dei cittadini. E’ una cosa seria, per cui sarebbe opportuno che il Partito democratico la smettesse di cercare pretesti e si decidesse a chiarire se è davvero intenzionato a dare il suo contributo per ridurre le poltrone, o se intendono fare un passo indietro”. Oggi riprenderanno i lavori alla Camera, e il Partito democratico dovrà decidere se tornare in partita o no.