Tegola Alitalia per il Tesoro: i risparmiatori vanno risarciti. Il Governo garantì il salvataggio dell’azienda. Ma poi illuse gli azionisti. C’è la prima condanna

Una sentenza che per adesso ha un peso sulle casse dello Stato di soli 500 mila euro. Ma il precedente rischia di scoperchiare un autentico vaso di Pandora di cause simili. E a quel punto le sofferenze per l’Erario potrebbero a dir poco aggravarsi. Al centro della scena c’è il fallimento della vecchia Alitalia. Ebbene, ieri il tribunale di Lecce ha riconosciuto un risarimento di 500 mila euro (tra danno emergente, lucro cessante e interessi vari) a un piccolo risparmiatore i cui avvocati avevano puntato l’indice contro il ministero del Tesoro. Il quale, ancora azionista pesante della compagnia di bandiera nel 2008, con dichiarazioni pubbliche di ogni tipo aveva garantito la continuità dell’azienda.

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Di fatto bugie, per il tribunale, che hanno penalizzato il piccolo risparmiatore. Secondo una nota diffusa ieri dallo “Sportello dei diritti” la sentenza “è chiara in punto di fatto e di diritto”. Accogliendo la domanda del capofila dei piccoli azionisti, “il Tribunale ha ritenuto che, sia il danno per protrazione ingiustificata dell’attività di un’impresa in crisi irreversibile, sia soprattutto il danno da affidamento incolpevole nelle false dichiarazioni del Ministro dell’Economia e delle Finanze, in qualità di Presidente del Cda Aliatalia, tutte protese a rassicurare i creditori ed il mercato circa il salvataggio, il rilancio e il mantenimento della continuità aziendale della compagnia di Stato, debbano essere risarciti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze secondo l’articolo 2043 del codice civile, più gli interessi e la rivalutazione”. Che rischio si corre adesso? Secondo gli avvocati che hanno gestito la questione, teoricamente i picoli zionisti erano 20 mila, e quindi tante potrebbero essere le azioni risarcitorie.

GLI SVILUPPI
Le motivazioni della sentenza di condanna del giudice Italo Mirko De Pasquale sono chiarissime: la responsabilità del ministero è legata alla “prosecuzione dell’attività aziendale di Alitalia Linee Aeree italiane spa pur in mancanza di prospettive industriali e determinando così l’affidamento incolpevole degli azionisti circa la volontà dello Stato di sostenere Alitalia e di evitare il fallimento e l’insolvenza della società”. Il diritto al risarcimento nasce in pratica dalle modalità con cui nel 2008 il governo Berlusconi, dopo aver bocciato l’offerta di acquisto presentata da Air France-Klm, ha deciso di far fallire la vecchia Alitalia e trasferire alla Cai dei “capitani coraggiosi” la parte sana della compagnia.