Terremoto politico in Basilicata. Ai domiciliari il governatore Marcello Pittella (Pd). Falso e abuso d’ufficio: concorsi truccati nella Sanità

L'inchiesta che ha portato all'arresto del governatore, Marcello Pittella, riguarda una serie di nomine e concorsi nella sanità regionale in Basilicata

Terremoto politico in Basilicata dove questa mattina è stato arrestato il governatore del Partito democratico, Marcello Pittella. L’inchiesta riguarda una serie di nomine e concorsi nella sanità regionale. Domiciliari al presidente della Regione che è accusato di falso e di abuso d’ufficio.

In carcere sono finiti il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Matera, Pietro Quinto, che ha annunciato immediatamente le dimissioni dall’incarico, il direttore amministrativo dell’Asm Maria Benedetto. Arresti domiciliari per il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria di Potenza, Giovanni Chiarelli, il direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, Maddalena Berardi, e un dirigente del Centro oncologico regionale della Basilicata di Rionero, Gianvito Amendola, e il direttore generela della Asl di Bari, Vito Montanaro.

Le misure cautelari riguardanti l’indagine sono una trentina in tutto. Nelle scorse settimane il Pd lucano aveva dato mandato a Pittella, fratello del senatore Gianni, di correre per un secondo mandato in Regione alle elezioni per il rinnovo del parlamentino lucano, previste al più tardi per l’inizio del 2019. Piani che, probabilmente, dovranno essere rivisti.

II procuratore capo di Matera, Pietro Argentino, ha spiegato in conferenza stampa maggiori dettagli dell’operazione: “Il sistema sanitario lucano è stato piegato a interessi privatistici e logiche clientelari. Secondo quanto spiegato da Argentino ci sono stati concorsi pilotati con punteggi taroccati e distruzione dei verbali con i voti reali. Il gip Rosa Nettis, che ha accolto la richiesta di misure cautelari avanzata dal pm Salvatore Colella, quello della Basilicata lo ha definito “un sistema di corruzione e di asservimento della funzione pubblica a interessi di parte di singoli malversatori, su sollecitazione di una moltitudine di questuanti espressione di pubblici poteri apicali che si interfacciavano tra loro, in uno scambio reciproco di richieste illegittime e promesse o dazioni indebite”. Pittella, secondo quanto emerge dalle indagini, sarebbe stato il “deus ex machina di questa distorsione istituzionale nella sanità lucana, in cui le assunzioni sarebbero servite ad alimentare il consenso elettorale e come merce di scambio per politici di pari schieramento che governano regioni limitrofe, come è il caso della Puglia e della Campania”.