Canada, incubo terrorismo. Spari in Parlamento

di Marcello Di Napoli

Il Parlamento canadese si è trasformato in un campo di guerra. Nell’edificio, a Ottawa, dove era in corso una riunione politica, sono stati sparati una ventina di colpi di arma da fuoco e un soldato di guardia è stato ferito. A far partire i colpi è stato un uomo con i capelli lunghi e il volto coperto, avvistato con un fucile che, secondo quanto riferito da un parlamentare al Toronto Star, sarebbe stato ucciso. Ma l’uomo, con ogni probabilità non era solo. Infatti “uno o due” complici avrebbero aperto il fuoco dal tetto dell’edificio, come ha riferito l’emittente canadese Cbc che ha citato la polizia.

IL GENDARME
Il soldato colpito all’esterno era di piantone al National Memorial War, su Parliament Hill, ed è stato subito portato in ospedale, ma per lui non c’è stato niente da fare. Il premier Stephen Harper ha lasciato il Parlamento, così come i leader degli altri due principali partiti politici canadesi, mentre la polizia canadese isolava tutta la zona: “c’è un uomo armato nell’area, andate via!” così gli agenti di Ottawa hanno esortato i passanti e i giornalisti a sgomberare l’area tra il Monumento ai Caduti e il Parlamento. A rasserenare gli animi ci ha pensato un deputato canadese, Bob Zimmer, che con un tweet ha riferito: “l’assalitore è morto, stiamo bene”. Nel frattempo un giornalista che si trovava all’interno del Parlamento ha riferito di aver visto un “corpo immobile” steso a terra. Solo successivamente la polizia ha reso noto che sul tetto dell’edificio erano presenti almeno due complici armati. La sparatoria al Parlamento di Ottawa è arrivata il giorno dopo in cui in Canada è stata proclamata l’allerta antiterrorismo.

IL PRECEDENTE
Solo due giorni fa era morto uno dei due soldati investiti lunedì da un giovane convertito all’Islam a Saint-Jean-sur Richelieu, vicino a Montreal. Quello dell’incidente automobilistico è uno scenario di quelli previsti dall’Isis nei suoi messaggi ai musulmani. Nell’elevare il livello di allarme le autorità avevano però precisato di non essere in presenza di una minaccia specifica ma che, comunque, “individui o gruppi dentro il Canada hanno l’intenzione e le capacità di commettere atti di terrorismo”. Il sospetto jihadista era stato fermato lo scorso luglio in un aeroporto del paese nordamericano mentre cercava di imbarcarsi su un volo diretto in Turchia. L’uomo è stato poi ucciso dalla polizia nel corso dell’operazione seguita all’attentato.