Ora è Putin il nuovo mister Tiscali. Crac dell’istituto russo primo azionista della società. A salvarlo sarà la Banca Centrale, legata al Cremlino

Crac per la banca russa Otkritie, primo azionista di Tiscali. Un buco, che ha spinto il Cremlino a nazionalizzarla con l'intervento della Banca di Russia

di Stefano Sansonetti

Volendo guardare alle conseguenze estreme dell’operazione, si potrebbe dire che Vladimir Putin è diventato il nuovo primo azionista di Tiscali, la società di telecomunicazioni un tempo “gioiellino” di Renato Soru. A quanto pare la società, impegnata nel risanamento di un bilancio negli ultimi anni piuttosto traballante, potrebbe andare incontro a ulteriori fibrillazioni. La “colpa” stavolta è di Otkritie, la più grande banca privata russa che qualche anno fa è diventata il primo azionista singolo di Tiscali con una quota oggi attestata al 17%. Ebbene, in Italia pare non essersene accorto nessuno, ma Otkritie di fatto è fallita, costringendo la Banca centrale russa ad annunciare un intervento di salvataggio che potrebbe portarla a detenerne il 75% del capitale.

L’operazione – Insomma, da Mosca fanno capire che si va verso una sorta di nazionalizzazione. Il che significa, seguendo le catena che porta fino in Italia, che tra non molto la stessa Banca centrale russa, molto legata al Cremlino, potrebbe diventare azionista indiretta della creatura di Soru, che oggi è ancora accreditato di un 10% delle azioni e di un posto nel consiglio di amministrazione. Che poi, a volerla dire tutta, la presa russa sulla società è già oggi molto forte. In termini di diritti di voto, attraverso una serie di contratti di prestito titoli, in Tiscali pesa per il 16,26% un altro veicolo russo, che si chiama Investment Construction Technology. Difficile adesso prevedere cosa accadrà. In una recente intervista l’amministratore delegato della società, l’ex numero uno di Telecom Italia Riccardo Ruggiero, ha annunciato che nel 2017 Tiscali tornerà a far vedere i muscoli con un utile stimato intorno ai 29 milioni di euro. Il tutto invertendo una rotta che aveva visto gli esercizi 2015 e 2016 chiudersi con perdite rispettivamente di 18,5 e 45 milioni di euro. Del resto, ha detto Ruggiero, la spinta che l’Italia sta dando alla banda ultralarga apre importanti scenari di business. Ora, però, dalla Russia arriva una potenziale grana. Ieri,  sulla questione, La Notizia ha chiesto lumi alla società di telecomunicazioni. La quale ha fatto leggere al nostro giornale una nota con cui Otkritie Capital International, la società che investe direttamente in Tiscali tramite il fondo Otkritie Disciplined Equity Fund, sparge tranquillità.

L’analisi – La nota, curiosamente, porta proprio la data di ieri, 31 agosto. In essa la società dice che, “pur essendo parte di Otkritie, è un’entità autonoma”. E quindi “ci si aspetta che l’atteso cambio di proprietà nel gruppo Otkritie, quando sarà implementato, non impatti sulla società, dal momento che questa non è mai stata posseduta dalla Banca Otkritie, né direttamente né indirettamente”. Nella stessa nota, però, la società ammette che “sta costantemente monitornando ogni profilo di rischio”. In più, fa notare Tiscali, proprio mentre era in corso la crisi della banca, Otkritie Capital International, ha versato l’aumento di capitale da 13 milioni di euro in Tiscali. Insomma, a sentire la società di telecomunicazioni è tutto ok. Ma il caso sta comunque provocando più di una fibrillazione.

Twitter: @SSansonetti