Tramonta la grazia. Silvio senza clemenza. E Pdl senza più pace

di Lapo Mazzei

E dunque un capitolo si chiude? Forse, anzi chissà. Formula dubitativa di rito trattandosi di Silvio Berlusconi e dei suoi avvocati. Secondo l’avvocato Franco Coppi l’idea di chiedere la grazia per Silvio Berlusconi “è tramontata”. Facendo riferimento alla condanna definitiva a 4 anni per frode fiscale (di cui 3 coperti da indulto) e all’interdizione di 2 anni dai pubblici uffici, il legale ha fatto capire che la missiva per il Quirinale non è mai partita, e mai partirà. A questo punto tutto il peso del match si posta sul voto al Senato che dovrà decidere sulla decadenza da senatore dell’ex presidente del Consiglio. Niente grazia perché c’è un accordo politico, magari per far slittare in avanti il “giudizio” dell’aula oppure è prevalsa la linea del Cavaliere: sono innocente e quindi non devo chiedere scusa. Ipotesi entrambi plausibili, se non addirittura accoppiabili. Certo dal fronte del Pd si sono affrettati a mettere le mani avanti, in modo tale da non irritare la base, per giunta in piena campagna elettorale per le primarie. La decadenza di Berlusconi da senatore, quindi, sarà votata secondo il calendario previsto. A ribadirlo è stato Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd. “È impensabile uno slittamento del voto” ha spiegato. “Abbiamo sempre rispettato regolamenti e procedure, e continueremo a farlo. Tutto dovrà avvenire secondo il regolamento. Il principio di legalità non può essere sacrificato su nessun altare”.

In mano ai falchi
A parole tutto chiaro, ma i fatti stanno esattamente così? Difficile decifrare in modo chiaro i segnali che arrivano dal centrosinistra. Meglio esercitarsi sui malumori interni al Pdl. “Si sono guadagnati due mesi ma di questo non è stato dato atto per niente” si lamenta il deputato azzurro Fabrizio Cicchitto. “Chi ha seguito i lavori parlamentari al Senato sa che la decadenza di Berlusconi da senatore doveva essere dichiarata addirittura a ottobre, se non a settembre, e che se è arrivata così in là è il frutto di un’azione fatta, senza proclami, dall’ala governativa e specialmente dal presidente Schifani”. Lunga vita alla melina parlamentare allora? Forse. “Berlusconi – accusa Cicchitto – è fortemente condizionato e talora trascinato da un’area del partito estremista che vuol fare assumere al Pdl e poi a Forza Italia una deriva estrema che lascerebbe uno spazio enorme al centro, rispetto al quale il Pd sta scegliendo un candidato adattissimo per interpretarlo, perché Matteo Renzi è tutto costruito per uno sfondamento al centro”. Insomma, il vero argine all’avanzata del centrosinistra, del Pd in particolare, sono gli alfaniani e non i falchi del Pdl. “Se costoro influenzano con la loro linea Berlusconi, consapevolmente o inconsapevolmente lavorano per il Pd” osserva l’esponente del Pdl. “Se si vuole ragionare per poter evitare uno scontro questo Consiglio nazionale dovrebbe essere annullato, ma allo stato attuale non ho sentito cose di questo tipo” conclude Cicchitto. Cosa avverrà sabato lo scopriremo oggi.

È qui la festa?
Ieri sera, a Palazzo Grazioli, c’è stato l’ennesimo dopocena tra Berlusconi e Alfano a Palazzo Grazioli. Il vicepremier, in precedenza, ha visto i ministri e i parlamentari governativi. “Il documento degli innovatori ribadisce la lealtà al presidente Berlusconi e individua nella riforma della giustizia e fiscale e in un rapporto forte con l’Europa, un rapporto anche di critica, i suoi punti fermi. Incomincia proprio con il riconoscimento della leadership di Berlusconi” spiega. E a proposito di un’eventuale sfiducia al governo in caso di decadenza di Berlusconi da senatore aggiunge che “continuiamo a sperare che nonostante l’indignazione legittima e lo sdegno, prevalga in lui il profilo di uomo di Stato che è stato per lui sempre premiante da punto vista elettorale. Berlusconi si è sempre posto come un uomo di Stato a servizio del Paese”. Sulla possibilità di non partecipare al Consiglio nazionale in calendario per sabato, Alfano precisa: “Sappiamo benissimo quanto Berlusconi abbia voluto questo passaggio dal Pdl a Fi, quindi non è interesse di alcuno andare lì a rovinare la festa. Confidiamo che ci siano le condizioni per andare insieme a fare una scelta unitaria e condivisa attorno a Berlusconi”. Ma dal lealista Raffaele Fitto parte l’attacco al vicepremier: “Il tempo delle ipocrisie, delle parole dolci verso Berlusconi, ma degli atti ostili nei suoi confronti, deve finire. Altrimenti il rischio non è che si voglia guastare la festa al presidente, ma che si voglia fargli la festa”.