Troppi favori ai Casinò italiani

di Antonio Acerbis

L’Unione Europea ci bacchetta. Fin qui nessuna novità: siamo soliti cadere in procedure di infrazione per questa o quella norma che viola questo o quel principio o, ancora, per non aver correttamente recepito una direttiva europea. Questa volta, però il discorso è diverso. Pomo della discordia, infatti, è il gioco d’azzardo.

LA LEGGE CONTESTATA
La legge italiana prevede che le vincite realizzate in case da gioco all’estero siano assoggettate all’imposta sul reddito. Non così, però, per quelle realizzate in case da gioco situate in Italia che invece sono esonerate da tale imposta. E così, per i residenti in Italia solo le vincite ottenute nei casinò esteri entrano nella base imponibile dell’imposta sul reddito. Una legge iniqua, addirittura “discriminatoria”, secondo la Corte di giustizia europea che ieri si è pronunciata a riguardo.

LE RAGIONI
Il caso era arrivato alla Corte dopo che l’agenzia delle entrate aveva contestato a Cristiano Blanco e Pier Paolo Fabretti l’omessa dichiarazione di varie vincite ottenute in case da gioco all’estero. I due avevano sostenuto, appunto, che gli avvisi di accertamento emessi nei loro confronti violassero il principio di non discriminazione. Dal canto suo l’Italia dichiarava che la normativa mira a prevenire il riciclaggio di capitali all’estero. Per la Corte, però, esonerare dall’imposta sul reddito soltanto le vincite da giochi realizzate in Italia equivale a istituire un regime fiscale differente a seconda che le vincite siano ottenute in questo o in altri Stati membri. E, dunque, discriminatorio.

L’ATTACCO UE
Ma c’è di più. La Corte, infatti, va oltre. Non è coerente, si legge nella sentenza, “per uno Stato membro intenzionato a lottare contro la ludopatia, da un lato, tassare i consumatori che partecipano a giochi d’azzardo in altri Stati membri e, dall’altro, esonerarli allorché prendono parte a giochi d’azzardo in Italia”. La norma italiana infatti incentiva il gioco piuttosto che limitarlo. Come volevasi dimostrare.