Trump giura a Capitol Hill e promette potere al popolo. Primo discorso del Presidente isolazionista

Donald Trump è ufficialmente il 45° presidente degli Stati Uniti d'America. Il magnate ha giurato a Capitol Hill

La stessa cravatta rossa indossata nel giorno della vittoria, la moglie Melania alla sua sinistra che tiene fra le mani la Bibbia, ma soprattutto una frase. Chiara, netta. A scanso di equivoci. “Da oggi una nuova visione governerà la terra, da questo giorno sarà ‘America first’, per prima l’America”. Donald Trump è a tutti gli effetti il 45esimo presidente degli Stati Uniti. Il tycoon americano ha giurato a Washington quando in Italia erano le 18, pronunciando un discorso breve (appena 1.433 parole contro le 2.400 del primo discorso di Barack Obama) che è sembrato quasi più da campagna elettorale che da insediamento. Tanto è bastato, però, per capire quale sarà l’andazzo alla Casa Bianca da qui al 2020. In questi anni “l’establishment ha protetto se stesso ma non i cittadini del nostro Paese” ma ora “non sarete più ignorati, sarete ascoltati”, ha detto “The Donald”. “Il 20 gennaio 2017 sarà ricordato come il giorno in cui il popolo divenne di nuovo il presidente del Paese”.

Ancora: “Abbiamo reso ricchi gli altri Paesi mentre la ricchezza, la forza e la fiducia nel nostro si è dispersa all’orizzonte”, ha proseguito Trump: “Una dopo l’altra le fabbriche se ne sono andate, la ricchezza della nostra classe media è stata portata via e ridistribuita nel mondo”. Un passaggio, questo, seguito dall’appello a “comprare americano” e ad “assumere americano”. L’orizzonte, quindi, appare chiaro: isolazionismo e protezionismo saranno i due pilastri della nuova amministrazione. Anche perché “la protezione porterà più prosperità e più forza: ogni decisione di politica economica sarà presa per il popolo americano, nessuno sarà lasciato indietro, porteremo a casa il nostro lavoro, i nostri soldi, la nostra ricchezza. Costruiremo nuove strade, ponti, aeroporti, ferrovie in tutto il nostro grande Paese”.

Ad ascoltare il discorso pronunciato da Trump, il cui giuramento è stato preceduto da quello del suo vice Mike Pence, c’erano ovviamente il presidente uscente e la moglie Michelle (“grazie, sono stati meravigliosi”), ma anche la grande sconfitta Hillary Clinton col marito Bill. Tante le reazioni arrivate dopo la cerimonia, anche se c’è chi ha anticipato tutti, come il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5S). “I migliori auguri al presidente Trump – ha twittato il grillino –. Speriamo in una collaborazione di successo insieme al futuro governo del Movimento 5 Stelle in Italia”. Anche Papa Francesco ha inviato i propri auguri al presidente Usa. “In un tempo nel quale la famiglia umana è assalita da gravi crisi umanitarie che richiedono risposte politiche lungimiranti e unite prego – ha confidato il Papa – che le sue decisioni vengano guidate dai ricchi valori spirituali e etici che hanno formato la storia del popolo americano e l’impegno della sua nazione per l’avanzamento della dignità umana e della libertà in tutto il mondo”. La giornata è stata segnata dagli scontri fra la polizia e i manifestanti anti-Trump, che hanno esposto striscioni con la scritta “make racist afraid again” (che i razzisti abbiano di nuovo paura). Gruppi di persone vestite di nero e armate di mazze hanno distrutto vetrine di negozi e finestrini delle automobili, prendendo di mira una filiale della Bank of America. Almeno 90 le persone arrestate.