Tutti alla corte di Pisapia. Ma per i sondaggisti l’ex sindaco di Milano non sfonda

Tutti alla corte di Pisapia. Ma l'ex sindaco di Milano per i sondaggisti è destinato a non contare nulla

Nicola Piepoli lo dice chiaro e tondo. “Se Giuliano Pisapia riuscirà a mettere pace a Sinistra – spiega il fondatore dell’omonimo istituto – stravincerà. Altrimenti? È destinato a non contare nulla, parliamo di percentuali sotto il 2-3%”. Perché al di là delle manifestazioni di piazza e delle dichiarazioni sui giornali, il nodo resta sempre lo stesso: per costruire qualcosa di alternativo al PdR, il partito di Renzi, come lo chiamano i suoi detrattori, servono i voti. Punto e basta.

E per adesso, secondo i sondaggisti interpellati da La Notizia dopo la convention di Piazza Santi Apostoli l’ex sindaco di Milano, fondatore e leader di Campo Progressista, insieme ai bersanian-dalemiani di Movimento Democratico e Progressista (Mdp) “pesa” fra il 5 e il 6%. Insomma, siamo a ridosso della soglia minima (5%) fissata dal “Tedeschellum” per entrare in Parlamento. E da solo? “Quando lo testammo circa un mese fa”, ricorda il direttore di Ipr Marketing Antonio Noto, “Pisapia ‘pesava’ fra l’1,5 e il 2%. Un progetto politico più ampio con Mdp, che oscilla fra il 4 e il 5%, può raggiungere il 6%”. Certo, i margini di crescita non mancano, soprattutto se della partita faranno parte anche le altre forze di Sinistra (a cominciare da SI di Nicola Fratoianni che però ha espresso scetticismo). Per Carlo Buttaroni, presidente di Tecnè, “il problema che attanaglia quest’area è la presenza di anime diverse che si propongono di intercettare un’offerta che indubbiamente esiste, però va individuato il punto di mediazione e coagulazione. Non è detto – fa notare Buttaroni – che chi vota Bersani e D’Alema sia ‘solubile’ con Pisapia”. Un problema mica da ridere.

L’altra questione riguarda il da farsi. Sul lavoro il leader di Campo Progressista, ricorda ancora Buttaroni, “la pensa in maniera diversa rispetto all’ex segretario del Pd e all’ex ministro degli Esteri. Il tema dellaleadership è indubbiamente importante, ma prima di tutto bisognerà capire se ci sarà unità di vedute sul programma, a cominciare dai temi economici. C’è ancora molta strada da fare: del resto, anche il processo che portò alla formazione dell’Ulivo ha richiesto tempo”. Insomma la fretta, stavolta, potrebbe risultare una cattiva consigliera.

Twitter: @GiorgioVelardi