Tutti alla fiera delle armi. Il Carroccio sfila, il Pd tace. E Salvini sigla un’intesa a favore di chi è armato

Tutti alla fiera delle armi. Il Carroccio sfila, il Pd tace. E Salvini sigla un'intesa a favore di chi è armato

C’è chi ha sfilato, chi ha stretto mani e salutato, chi addirittura firmato impegni con i tanti comitati presenti per farsi carico delle loro richieste nella prossima legislatura. Così la fiera delle armi Hit Show, che si è tenuta questo fine settimana a Vicenza, si è trasformata in una fortunata passerella elettorale per tanti esponenti di centrodestra. E il tutto col placet del centrosinistra, considerando che l’evento è organizzato da Italian Exhibition Group (Ieg), società partecipata da diverse amministrazioni, tutte a guida Pd (Comune e Provincia di Rimini, Comune e Provincia di Vicenza, Regione Emilia Romagna). Ma facciamo un passo indietro. Dal 10 febbraio fino a ieri sera la Fiera di Vicenza ha ospitato il più grande evento italiano per appassionati di armi, con tanto di stand per provare pistole, fucili e rivoltelle. Nel corso della tre giorni sono arrivati anche esponenti di spicco della Lega Nord: Matteo Salvini, Roberto Calderoli, Anna Cinzia Bonfrisco e Francesco Bruzzone. Tutti, ovviamente, candidati alle prossime politiche. Esattamente come lo sono Sergio Berlato e Maria Cristina Caretta, per Fratelli d’Italia, anche loro presenti in fiera.

Addirittura Salvini, Caretta e Berlato si sono spinti oltre le mere strette di mano, siglando e sottoscrivendo un impegno formale per farsi carico delle richieste dei comitati, volte a contrastare le politiche restrittive (introdotte anche in Europa) in materia di detenzione di armi. Non a caso sulla questione è intervenuto anche l’Osservatorio sulle armi leggere (Opal), che ha sottolineato come, a loro dire, “Hit Show si configura come un’operazione ideologico-culturale a favore delle politiche che intendono incentivare la diffusione delle armi in Italia”. Un tentativo che deriverebbe dal fatto che in fiera sono esposte, indistintamente, armi diverse per il cui utilizzo sono necessarie licenze diverse, “come se si trattasse di prodotti simili e in qualche modo equiparabili”. Senza dimenticare il fatto che, contrariamente a quanto accade in altre fiere, in Italia si consente l’accesso a tutti, indistintamente. Minori compresi.

Lasciapassare – D’altronde gli stessi comitati hanno chiarito come siano a disposizione di tutti i candidati per la sottoscrizione dell’accordo: in questo modo “i legali possessori di armi” potranno essere informati “riguardo a quali candidati si sono maggiormente riproposti di tutelare le nostre passioni e i nostri diritti in vista delle elezioni politiche del 4 marzo”. Insomma, voti su voti che, evidentemente, fanno gola a tanti (per dire: secondo gli ultimi dati del Viminale le licenze in corso di validità sono oltre un milione 101mila). Ed è qui che si installano, secondo le associazioni pacifiste, le gravi responsabilità delle amministrazioni targate Pd. “Pensare di ridurre il problema di Hit Show alla questione, pur rilevante, dell’ingresso dei minori – dice a La Notizia il presidente dell’Opal, Piergiulio Biatta – è una grave sottovalutazione da parte dei sindaci di Rimini e Vicenza”. Già, perché, come ricorda ancora l’Opal, una mozione approvata a settembre in consiglio comunale a Vicenza e poi citata in un’interrogazione a Rimini, impegnava le due amministrazioni “ad esercitare la preziosa moral suasion nei confronti degli organizzatori di Hit Show, perché si arrivi al più presto e, comunque, prima della prossima edizione a definire un nuovo regolamento”. L’edizione, però, si è conclusa senza che nulla sia stato fatto. Ieri il sindaco di Vicenza, Achille Variati, è tornato a promettere: “Mai più ragazzi in fiera sotto i 16 anni”. Difficile, però, possa fare qualcosa, dato che il suo mandato scade a marzo.

Tw: @CarmineGazzanni