L’ultimo delirio di Salvini. Cacciare Tridico che ha scoperto i furbetti del Bonus. Mentre i due deputati del Carroccio che lo hanno intascato se la caveranno con una sospensione

Il dato è tratto. Ora è solo questione di tempo. Precisamente di un giorno: 24 ore circa e conosceremo i nomi dei furbetti del bonus concepito per le Partite Iva e finito inconcepibilmente in mano pure a 5 (o forse 3, vedremo) deputati. Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico sarà infatti audito dalla commissione Lavoro di Montecitorio domani venerdì 14 agosto alle 12,00. Soltanto in quella sede i deputati potranno fare domande sull’erogazione del bonus 600 euro per le partite Iva, e come riferito da fonti della Camera, “anche eventualmente sui nomi dei parlamentari beneficiari”.

Dopo che il garante della Privacy nelle scorse ore ha dato sostanzialmente il via libera alla pubblicazione della lista, l’Inps aveva fatto sapere di essere disponibile a fornire i dati, ma solo a patto che fosse la presidenza di Montecitorio a farne richiesta. Nel frattempo ieri sera è emerso quanto già circolava nell’aria da tempo: la Lega ha sospeso i suoi deputati Andra Dara ed Elena Murelli. Una “sospensione” che non si capisce cosa comporterà.

La giornata di ieri è stata molto attiva sul fronte burocratese. Di fronte all’apertura dell’istituto di previdenza, infatti, gli uffici della Camera hanno dovuto valutare la modalità istituzionalmente più corretta. Tra le ipotesi al vaglio c’era la possibilità di un’interlocuzione diretta tra presidenza della Camera e presidenza dell’Inps, la risposta dell’Inps alle interrogazioni parlamentari presentate o appunto un’audizione in commissione Lavoro. Quest’ultima è stata la soluzione prescelta perché permette il confronto in una sede opportuna e senza che sia la figura di arbitro del presidente della Camera a fare richiesta diretta di dati che riguardano i parlamentari.

Nel frattempo i parlamentari sotto accusa, nonostante le polemiche di queste ore e le pressioni psicologiche dei partiti, continuano a non autodenunciarsi. Vito Crimi da due giorni sta raccogliendo le autorizzazioni firmate di rinuncia alla privacy: al momento sono circa 240 quelle raccolte, non tutti i deputati (che in totale sono 200) hanno ancora risposto all’appello. Altre ne continuano ad arrivare in queste ore mentre, contestualmente, si aggiungono le dichiarazioni di chi dichiara di non possedere una partita Iva. Sul fronte del Carroccio, invece, non si contano più le giravolte di Matteo Salvini. Prima, come si ricorderà, aveva parlato di immediata “espulsione” per eventuali leghisti furbetti. Ieri ad Agorà Estate, invece, ha detto altro: “Io ho dato indicazione che chiunque abbia preso o fatto richiesta del bonus venga sospeso e in caso di elezioni non ricandidato”.

Nessuna espulsione. Il dubbio che abbia cambiato strategia proprio dopo che è emerso che due dei tre beneficiari del bonus da 600 euro siano leghisti, è forte. E infatti, come detto, in serata la nota ufficiale: “Dopo aver ascoltato e verificato le rispettive posizioni, si conferma il provvedimento della sospensione per i deputati Elena Murelli e Andrea Dara”. Lo rende noto il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari che non ha perso tempo per attaccare l’Inps: “È comunque incredibile che i vertici dell’Inps non abbiano versato ai lavoratori che aspettano da marzo quanto dovuto e che abbiano invece versato a chi non era in difficoltà. In qualsiasi altro Paese i parlamentari sarebbero stati sospesi ma il presidente dell’Inps sarebbe stato licenziato”.

Esattamente quanto detto da Salvini in queste ore: “Domanderemo al presidente dell’Inps come abbia fatto a non pagare il bonus a chi ne aveva bisogno per darlo invece ai parlamentari”. La colpa, in poche parole, diventa non di chi ha fatto domanda ma di chi ha monitorato. È uno strano Paese, questo. Come diceva Enzo Biagi (di cui è ricorso il centenario dalla nascita pochi giorni fa) “la colpa non è dello specchio, ma di chi ci sta davanti”.