Un fallaccio e addio ai sogni

di Mimmo Mastrangelo

Per Julian Pagliara, detto Freccia, c’é un di qua e un di là dalla linea di fondo. Da questa parte il sogno di diventare una grande stella del calcio  (“ero al secondo anno di serie A, una promessa, un sinistro inferiore solo a Maradona, ancora un anno e sarebbe arrivata la nazionale”), dall’altra parte della linea, l’aut-aut, la messa in fuori gioco, la cruda realtà del sogno del campione che si infrange definitivamente proprio nel momento migliore per un fallaccio-assassino dell’arcigno Ottavio Bertone, stopper dell’Ascoli.

Un dribbling alla Meroni
Julian Pagliara – attaccante che cerca di emulare nei dribbling la sfortunata farfalla granata Gigi Meroni e il grande George Best – è il protagonista del primo romanzo del salernitano Claudio Grattacaso intitolato, appunto, “La linea di fondo”.

La linea come metafora
Una linea metafora di vita, su cui si gioca la partita di una storia immaginaria anche se non  separata dalla realtà, se si pensa a quante carriere vanno a farsi fregare, a quanti calciatori nel meglio delle loro prestazioni devono riporre nel cassetto i sogni di gloria a causa di incidenti e infortuni vari. Un buon romanzo ha scritto il professor Grattacaso sull’ascesa e sulla caduta di uomo il quale una volta fuori dall’ambiente del calcio si ritrova senza più certezze: ha perso il presente e il proprio progetto di futuro e, purtroppo, deve  fare continuamente i conti con un  passato trasformatosi in  angoscia e in un senso di sconfitta perenne.

Una ferita aperta
Passano gli anni, Freccia si ritrova in età matura, con figlia e moglie (che prima di unirsi in matrimonio gli diceva “sposati una palla, forse avrete più cose da dirvi”), ma l’abbandono forzato del calcio gli rimane dentro come una ferita aperta. Che brucia e, pure, assai. Anzi ad essa si sono andate ad aggiungere altre lacerazioni (un giro di calcio scommesse) e, quindi, per Julian Pagliara si fa sempre più complicato “riaccendere gli interruttori, ricomporre gli equilibri spezzati”.

Il calcio come letteratura
“La linea di fondo” (Nutrimenti Edizioni) è la parabola di  uomo verso gli inferi che riesce a  veicolare  sul lettore  grigiore e incubi esistenziali, ma sull’angoscia e il malessere di Freccia si adagia la scrittura sciolta e mai incerta di Grattacaso al quale, altresì, va riconosciuto il merito di averci regalato pagine sul calcio che agevolmente si mettono al servizio di una letteratura per niente disdicevole.