Un Salini per la fusione tra Agi e Adnkronos. Con Lotti regista attento a Palazzo Chigi

L'imprenditore renziano Pietro Salini, potrebbe essere coinvolto nel progetto di integrazione di due agenzie di stampa, ovvero Agi e Adnkronos.

A quanto pare l’ipotesi editoriale in questi giorni è oggetto di serrati approfondimenti. E secondo gli osservatori più attenti potrebbe riservare una grossa sorpresa. La novità che già sta facendo discutere porta il nome di Salini Impregilo. Il colosso delle costruzioni, guidato da Pietro Salini, potrebbe essere coinvolto nel progetto di integrazione di due agenzie di stampa, ovvero Agi e Adnkronos, la prima controllata dall’Eni e la seconda dall’editore Pippo Marra. Secondo le analisi che vanno per la maggiore, il progetto scaturirebbe dal combinato disposto di almeno tre elementi. A monte, per esempio, ci sono interessi convergenti di Eni e Salini Impregilo, che ormai si trovano a lavorare insieme in molte parte del globo, Africa in primis. Poi c’è la situazione di difficoltà in cui, in compagnia di molte altre colleghe, si trova l’agenzia di Marra, al quale farebbe molto comodo una bella boccata d’ossigeno. Da ultimo, ma certo non per ordine di importanza, ci sarebbe il tentativo da parte di Palazzo Chigi di “pilotare” la nascita di una nuova super agenzia a trazione renziana. Del resto è appena il caso di far notare che giusto qualche giorno fa è diventato direttore dell’Agi il renzianissimo Riccardo Luna, già “digital champion” di palazzo Chigi.

IL PRECEDENTE
Pochi mesi prima alla presidenza dell’Adkronos Comunicazione si era invece sistemato un altro renziano come il generale della Fiamme Gialle Michele Adinolfi, che negli anni passati avrebbe tanto voluto diventare numero uno della Guardia di Finanza (poi fermato da alcune traversie giudiziarie a cui è seguita l’archiviazione). C’è anche chi dice che la convergenza potrebbe esserci tra Agi e Aki, la parte di news estere dell’Adnkronos. Ma il canovaccio non cambia di molto. A tutto questo si devono aggiungere almeno altri due dati. L’Eni, il cui azionista di maggioranza rimane sempre lo Stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, è guidato dall’Ad Claudio Descalzi, nominato nel 2014 proprio da Matteo Renzi. Come molte altre società a partecipazione statale, il Cane a sei zampe fra qualche mese sarà ricoinvolto nel valzer delle nomine. Salini Impregilo, dal canto suo, è a tal punto “vicina” a Renzi da essere riuscita recentemente a “strappare” dal presidente del consiglio il rilancio del Ponte sullo Stretto di Messina, la cui gara era stata vinta all’epoca da un consorzio guidato proprio dal colosso delle costruzioni.

IL GOVERNO
Insomma, tutto si inserirebbe in un’operazione molto ben vista da palazzo Chigi. Dove Luca Lotti, sottosegretario con delega all’editoria, per giustificare la necessità di aggregazioni tra le agenzie di stampa sta usando il convincente argomento dei pochi soldi pubblici rimasti. Come dire: più vi mettete insieme e meglio lo Stato riesce a farvi avere ciò che resta sul piatto. Nei mesi scorsi, a tal proposito, si era anche ipotizzato un matrimonio tra Agi e Ansa, nel frattempo superato dalle ultime indiscrezioni. Di sicuro Eni e Salini Impregilo non hanno come priorità le integrazioni editoriali. Ma i legami nati e consolidati con palazzo Chigi da entrambe le parti le avrebbe convinte a esplorare la possibilità dell’operazione