Un seno nuovo dopo il cancro. Lo fa solo una donna su tre. L’intervento di ricostruzione fa troppa paura, ma per gli esperti aiuta a tornare alla normalità

Un seno nuovo dopo il cancro. Lo fa solo una donna su tre. L’intervento di ricostruzione fa troppa paura, ma per gli esperti aiuta a tornare alla normalità.

Tornare in sala operatoria dopo una mastectomia fa paura, figuriamoci poi se si deve fare per un intervento estetico. Ecco perché in Italia solo una donna su tre decide di sottoporsi alla ricostruzione. Eppure ricostruire il seno è importante, può essere un aiuto fondamentale per tornare alla vita di tutti i giorni con maggiore serenità. Hanno spiegato questo gli esperti riuniti al Policlinico Gemelli di Roma in occasione del Bra Day 2016, la Giornata internazionale per la consapevolezza sulla ricostruzione mammaria.

APPROCCI DIVERSI – “L’obiettivo è informare chi affronta la malattia che la ricostruzione rientra nei servizi del Sistema sanitario nazionale”, ha sottolineato Marzia Salgarello, presidente della Beautiful After Breast Cancer Italia Onlus. Alcuni studi hanno rivelato che soltanto il 22% conosce la qualità dei risultati ottenibili mediante un intervento di ricostruzione mentre solo il 19% comprende l’importanza della tempestività del trattamento del cancro. Inoltre molte donne non ricevono inoltre informazioni adeguate riguardo alle tecniche di chirurgia disponibili. I modi per ricostruire il seno sono più d’uno. Se la paziente ha affrontato una radioterapia, che rende i tessuti atrofici e pieni di cicatrici si opta per un lipofilling (cioè un trapianto di grasso autologo) o per la ricostruzione con lembi chirurgici prelevati da altri distretti corporei muscolari o cutanei, come l’addome o il dorso, hanno spiegato gli esperti. Le protesi sono invece indicate nei casi in cui i tessuti sono abbastanza elastici. Quelle in poliuretano sono più stabili, quindi sarebbero da preferire nei casi difficili in cui mancano i tessuti che dovrebbero fornire sostegno alla protesi. Nelle donne in cui il trofismo cutaneo è piuttosto buono si possono però utilizzare quelle in silicone, che presentano dei vantaggi: ad esempio sono più morbide al tatto, mentre il poliuretano è più rigido.

AD PERSONAM – In ogni caso, le protesi utilizzate sono garantite a vita. In particolare, quella in poliuretano non è fatta per essere rimossa, quindi ha meno complicazioni e se la paziente è soddisfatta del risultato non c’è motivo per sostituirle. Un dettaglio, però, non cambia. Prima di sottoporsi a un intervento di chirurgia ricostruttiva devono passare almeno cinque anni dalla mastectomia. Ricostruire il seno può aiutare a ricostruire anche le cicatrici dell’anima e tornare più velocemente alla vita di prima.