Una scuola più trasparente. Contro il legame politica-appalti. Parla il presidente della Commissione Cultura, Gallo: “Dare poteri ai genitori, prime sentinelle della qualità”

Intervista al presidente della commissione Cultura della Camera, Luigi Gallo

“Il problema nasce dalla commistione che spesso c’è a livello comunale tra gli appalti delle mense scolastiche e la politica”. Non ha dubbi il presidente della commissione Cultura della Camera, Luigi Gallo, del Movimento Cinque Stelle. Che, commentando l’operazione shock dei Nas proprio sulle mense scolastiche indica anche la soluzione: “Più potere ai comitati dei genitori”.

Cibi scaduti, topi e parassiti: irregolare una mensa scolastica su tre. Il ministro Grillo l’ha definito un film dell’orrore e a giudicare dalle statistiche non sarebbero casi isolati. Siamo all’anno zero della scuola in Italia?
“Sono contento che il ministro inizi a puntare i riflettori sulle mense scolastiche invece di lasciare da soli i comitati di genitori nel ruolo di controllo di qualità. Dobbiamo approfittare di questi riflettori accesi per ragionare su una svolta necessaria anche in termini di migliore qualità, oltre che di sicurezza alimentare. Ad esempio, dobbiamo assicurare ai nostri studenti una maggiore quantità di prodotti biologici e a chilometri zero nelle mense, ovviamente dopo aver fatto pulizia delle indecenze sanitarie”.

Nella maggior parte dei casi il servizio mensa è appaltato a ditte esterne. Il problema nasce dalla carenza dei controlli del pubblico sul privato?
“Il problema nasce dalla commistione che spesso c’è a livello comunale tra gli appalti delle mense scolastiche e la politica”.

E come si può intervenire per spezzare questa commistione?
“Bisogna dare più potere ai comitati di controllo dei genitori, che sono le prime sentinelle che si accorgono dei problemi di qualità. Trasparenza e partecipazione devono accompagnarsi a più potere per i cittadini”.

Non solo le mense ma anche, ad esempio, il servizio di pulizia scolastica sono sempre più spesso esternalizzati. Lei ha presentato su questo fronte un emendamento alla Manovra. Con quale obiettivo?
“Abbiamo internalizzato il servizio di pulizia e procederemo a dodicimila assunzioni, facendo risparmiare lo Stato, aumentando la qualità del servizio e garantendo i diritti dei lavoratori spesso negati nella gestione attuale. Questa è davvero una norma a 5 stelle, che ricorda quella sull’abolizione degli affitti d’oro della Camera dei deputati. Ne andiamo molto fieri, perché porta con sé diversi vantaggi contemporaneamente e non comporta alcun nuovo costo”.

Il privato dovrebbe integrare il pubblico, ma molto spesso finisce per sostituirsi ad esso. Siamo di fronte ad una diffusa anomalia del sistema?
“Quando il privato non si misura con il mercato ma con un finanziamento dello Stato assicurato per decenni siamo davanti al peggior assistenzialismo. Questo non fa bene alle imprese sane e non fa bene al Paese. Le tasse pagate dei cittadini vanno utilizzate per fornire servizi efficienti garantendo i diritti di utenti e lavoratori. È ora di finirla con i soldi pubblici usati per alimentare, nella migliore delle ipotesi, clientele e rapporti di potere”.

Per risolvere il problema bisognerebbe aumentare gli organici. Ma come la mettiamo con il patto di stabilità e i vincoli di bilancio? Dove trovare i soldi?
“Basterebbe ridurre la corruzione su questi appalti. Il disegno di legge Spazzacorrotti, non a caso apprezzato dall’Europa, mira proprio a questo. Chi non opera correttamente con la pubblica amministrazione otterrà il Daspo dagli appalti e questo garantirà senza dubbi un aumento della qualità e dei servizi per i cittadini”.

Intanto a Monopoli per una lezione dell’associazione pro vita contro l’aborto in un liceo si è scatenato un putiferio. Lei ha denunciato il caso con un’interrogazione al ministro Bussetti. Cosa è accaduto di così grave?
“E me lo domanda pure? Il docente ha mostrato un video vietato ai minori facendo terrorismo psicologico, esponendo gli studenti a immagini macabre senza tener conto che sull’aborto c’è una storia in questo paese, c’è un referendum e una legge che non è stata correttamente riferita ai ragazzi. Chi paga per questa violenza gratuita e pretestuosa riversata dal docente sui nostri ragazzi per le proprie convinzioni personali? Il preside ha annunciato che farà chiarezza. Noi continueremo a seguire la vicenda finché non saranno accertati fatti e responsabilità”.