Un’altra manovra lacrime e sangue

Di Maurizio Grosso

I ministri del governo guidato da Matteo Renzi sono stati ben indottrinati. La consegna “verbale” è di negare in qualsiasi modo la necessità di una manovra correttiva. Ma i numeri, purtroppo, raccontano un’altra storia. E al ministero dell’economia è già scattato l’allarme rosso. Il fatto è che le stime governative di qualche mese fa parlavano per il 2014 di un Prodotto interno lordo in salita dello 0,8%. Naturalmente si sarebbe trattato di una condizione imprescindibile per convincere Bruxelles del rispetto delle regole europee di bilancio. Qualche giorno fa, però, è arrivata la doccia gelata da parte del Centro studi di Confindustria, secondo il quale quest’anno si potrà al massimo sperare in una crescita dello 0,2%. Subito dopo è stato il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, a escludere interventi. Ma è chiaro che la situazione si va facendo sempre più difficile. Tra le altre cose, pur non avendo effetti diretti sul deficit, si va aggravando la situazione del piano di privatizzazioni. E’ ormai scontato che degli 11 miliardi attesi per il 2014 dalle vendite di Stato si potranno incassare solo pochi spiccioli (vedi articolo a fianco).

Capitali cercasi
Al Tesoro, inoltre, si stanno agitando molto nella speranza di condurre in porto nel minor tempo possibile l’operazione scudo fiscale. Anche qui il mandato è quello di non usare l’espressione, a beneficio di quella più digeribile della voluntary disclosure. Ma la sostanza cambia poco, così come la necessità del governo di incassare soldi per coprire i buchi che la scarsa crescita potrà aprire a destra e a sinistra. Due giorni fa è stato anche il sottosegretario all’economia, Baretta, a cercare di gettare acqua sul fuoco. “In autunno presenteremo la manovra della legge di stabilità, che sarà la piattaforma da presentare all’Europa per le ulteriori riforme”, detto, aggiungendo che “sarà quindi una manovra della legge di stabilità, non una manovra correttiva nel senso di correzione dei conti pubblici. Noi abbiamo stimato un Prodotto interno lordo allo 0.8% e credo sia presto per dire, come fa qualcuno, che non lo raggiungeremo. Ma un conto è 0,8% o 0,7%, un altro è pensare ad una manovra correttiva da 12 miliardi, che avrebbe un forte effetto depressivo”. Nella legge di stabilità, ha poi aggiunto il sottosegretario, “dovremo utilizzare i margini disponibili per interventi che aiutino la ripresa, gli investimenti e la crescita”. Tra questi Baretta ha fatto l’esempio di un eventuale allentamento del patto di stabilità per i Comuni al fine di liberare risorse per gli investimenti.