Vacciano resta prigioniero del Senato, l’Aula respinge per la terza volta le dimissioni

Volersi dimettere da senatore e restare prigionieri dei colleghi. È la singolare storia di Giuseppe Vacciano, eletto nelle liste del Movimento 5 Stelle.

Volersi dimettere da senatore e restare prigionieri dei colleghi. È la singolare storia di Giuseppe Vacciano, eletto nelle liste del Movimento 5 Stelle e ora iscritto al Gruppo Misto, che per la terza volta ha visto l’Aula di Palazzo Madama respingere le sue dimissioni con 196 contrari, 46 favorevoli e 4 astenuti. “Quasi sicuramente le ripresenterà”, spiega chi lo conosce.

“Non ci posso credere”, è stato il primo commento pubblicato su Facebook. Ogni parlamentare, infatti, per lasciare l’incarico è costretto a sottoporre la richiesta alla Camera di appartenenza. È successo con Enrico Letta alla Camera, ma con Vacciano il Senato non vuole creare un precedente anche se lui è intenzionato a rinunciare al mandato dopo la fuoriuscita dal M5S. Il motivo? “Restituire ai cittadini un rappresentante della forza politica con sui sono stato eletto”, aveva dichiarato il senatore. E oggi, motivando le dimissioni, ha ribadito: “La politica, per come l’ho vissuta, necessita di qualcos’altro oltre all’impegno, alla preparazione e allo studio. Necessita di amore e di passione e io quell’amore e quella passione, semplicemente, non li ho più perché erano legati a doppio filo con la mia esperienza nel Movimento 5 Stelle”.