Altro che obolo di San Pietro, Vatileaks mette a rischio il ricco piatto dell’8×1000. Il tesoretto ora potrebbe risentire dello scandalo

Altro che obolo di San Pietro, Vatileaks mette a rischio il ricco piatto dell’8x1000. Il tesoretto ora potrebbe risentire dello scandalo

di Antonio Acerbis

È inutile girarci attorno: lo scandalo Vatileaks sta destabilizzando le coscienze e le fedi dei credenti. E fin qui l’istituzione “Chiesa”, perlomeno nella sua parte interessata soltanto al tintinnio del soldo e poco incline al grido rivoluzionario di Papa Francesco, ne è interessata soltanto minimamente. Ma ecco che il discorso cambia e non poco se a vacillare, oltreché il credo, è anche il portafoglio dei cristiani. In ballo, infatti, c’è una partita tutt’altro che secondaria come l’8×1000. Una partita che, tra inciuci, raggiri e sistema poco trasparente, vale oggi per la Chiesa Cattolica qualcosa come un miliardo 54 milioni di euro. Una cifra stellare che, stando alle preoccupazioni dei porporati che si aggirano per i corridoi della Santa Sede, potrebbe crollare.

CONTRIBUTI IN AUMENTO
A rendere la nota la cifra è stata la Corte dei Conti in una relazione da cui si evince non solo come la Chiesa domini incontrastata su Stato e le altre fedi religiose, ma anche come la negligenza dello stesso Stato italiano consenta e permetta tutto questo. Basti un dato: “il sistema risulta non del tutto rispettoso dei principi di proporzionalità, di volontarietà e di uguaglianza”. E non solo per la nota e clamorosa distinzione, mai colmata, tra “optanti” e “contribuenti”. C’è dell’altro. “In un periodo di generalizzata riduzione delle spese sociali – si legge – le contribuzioni a favore delle confessioni continuano ad incrementarsi, avendo, da tempo, superato ampiamente il miliardo di euro annui, senza che lo Stato abbia provveduto ad attivare le procedure di revisione di un sistema che diviene sempre più gravoso per l’erario”. È indubbio, in altre parole, “un rafforzamento economico senza precedenti della Chiesa”. Il risultato è che il contributo delle confessioni religiose passa da 209 milioni del ‘90 a oltre 1.100 nel 2014 (su un totale di 1.278 milioni). E ovviamente, a fare la parte da leone, la Chiesa Cattolica che si “pappa” da sola l’82% della torta. Ora, però, il rischio è che tutto possa terminare. E per molti questa è l’unica vera paura. Altro che obolo. Perchè qui a vacillare potrebbe essere una cassa ben più preziosa.