Vegas accerchiato, Calenda boccia il presidente della Consob. Il Governo spinge per le dimissioni

Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha espresso un giudizio severo nei confronti del presidente della Consob, Giuseppe Vegas.

Una presa di posizione netta. Che lascia preludere una campagna per cambiare i vertici della Consob. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha espresso un giudizio severo nei confronti di Giuseppe Vegas, il numero uno della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa. “Non sta al governo commentare l’operato di autorità indipendenti, ma degli errori gravi sono stati fatti. La Gabanelli ha ragione”, ha affermato Calenda, in riferimento all’inchiesta di Report sull’eliminazione degli scenari prospettici sugli investimenti.

Anche il viceministro dell’Economia, Enrico Zanetti, è tornato all’attacco di Vegas: “Bene il Ministro Calenda su Consob”, ha scritto in un post pubblicato sul proprio profilo Facebook. “Adesso siamo in due, nel governo, a dire in modo esplicito che ci sono stati errori e goffe autoassoluzioni. Il punto è capire se basta o dobbiamo diventare tre, quattro o cinque. Non credo sarà un problema, ma sarebbe opportuno risparmiarlo all’istituzione”, ha aggiunto Zanetti.

L’altro viceministro dell’Economia, Enrico Morando, ha scelto un profilo più basso: “Abbiamo collaborato con l’autorità di vigilanza in modo leale e costruttivo”. Ma ha aggiunto una coda polemica: “Dire più di così significa che il Governo si mette a fare un mestiere che non è il suo”

Richiesta di dimissioni a Vegas
Le parole di Calenda hanno scatenato l’offensiva verso il presidente della Consob. “A Vegas non resta che dare le dimissioni, anche solo per un fatto di opportunità, per evitare di danneggiare l’immagine della Consob e preservare l’istituzione”, ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori. “Ora, però, anche il Governo deve fare la sua parte, intervenendo laddove le Authority hanno mancato, vietando la vendita agli sportelli delle obbligazioni subordinate e ripristinando gli scenari probabilistici. Non possiamo sempre attendere che sia l’Europa a tutelare i risparmiatori, tanto più che gli altri Paesi non truffano i loro clienti come succede in Italia, vendendo loro prodotti inadeguati al profilo di rischio”, ha concluso Dona.