Venti di guerra, giustiziato reporter Usa

Dalla Redazione

Il presunto accento britannico di uno dei miliziani ripresi nel video dell’uccisione del giornalista americano James Foley, probabilmente proprio di quello che ha eseguito la decapitazione, viene colto oggi dai media del Regno Unito. Il ministro degli Esteri di Londra, Philip Hammond, ha condannato intanto l’episodio come un “agghiacciante esempio della brutalita’” dell’Isis e ha detto che, pur essendo ancora in corso verifiche sul video, “tutti gli elementi” inducono a pensare che sia autentico.

L’esecuzione

L’Isis, lo Stato islamico in Iraq e nel Levante, ha decapitato il giornalista americano scomparso in Siria oltre un anno fa, James Foley, e ha postato su internet il video del barbaro omicidio, dal titolo “Messaggio all’America”. Video che è stato immediatamente rimosso su YouTube. E di cui non è stato possibile verificare l’autenticità. Foley era un giornalista freelance rapito in Siria il 22 novembre 2012. Nel video un terrorista vestito di nero e con volto coperto gli preme un coltello alla gola.E l’Isis minaccia di uccidere anche un altro prigioniero statunitense, sempre un giornalista. Si tratta del reporter Steven Joel Sotloff, rapito in Siria. Con tanto di avvertimento al presidente Usa: “La vita di questo cittadino Usa, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni”. Dura la replica a stelle e strisce: “Siamo inorriditi dall’uccisione brutale di un giornalista americano innocente”, ha detto la portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale Usa, Caitlin Hayden, “l’intelligence Usa sta lavorando per determinare l’autenticità del video postato dall’Isis sulla decapitazione di James Foley”.