Verità per Giulio Regeni. Parla la famiglia: “Sul suo corpo violenze nazifasciste. E non è un caso isolato”

Chiedono giustizia, verità i genitori di Giulio Regeni. E hanno parlato al Senato nel pomeriggio di oggi. A introdurre il signor Claudio Regeni e suo moglie Paola, il presidente della commissione diritti umani Luigi Manconi che ha definito la ricostruzione delle autorità egiziane “una menzogna con anche qualche tratto di oscenità”.

“Ringraziamo tutti per l’abbraccio affettuoso sentito da tutta l’Italia. Siamo qui”, ha detto Claudio, “perché vorremmo continuare insieme a lottare per portare avanti i valori di Giulio. I suoi ideali”. Più dura la madre Paola che parla delle violenze su suo figlio non come un caso isolato.  “E’ dal nazifascismo che noi in Italia non ci troviamo a una situazione di tortura come quella che è successa a Giulio. Ma lui non era in guerra. E io che stimo moltissimo i partigiani, dico che loro lo sapevano a cosa andavano incontro. Invece mio figlio era andato in Egitto per fare ricerca, è morto sotto tortura”. Paola poi ha raccontato i terribili momenti del riconoscimento della salma del figlio a Roma dove spiega di aver riconosciuto il suo Giulio solo “dalla punta del naso”.  L’avvocato della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, ha sottolineato che “La mobilitazione per la verità sul caso di Giulio Regeni non deve smettere mai. Perché domani ce ne vendono un’altra di falsa pista”. Una battaglia appena cominciata. Il percorso verso la verità è ancora lungo. Il senatore Manconi, infine, ha chiesto venga chiesto il rientro dell’ambasciatore dall’Egitto.