Vertice Ue sul lavoro, la Fiom scende in piazza

dalla Redazione

La protesta dei sindacati contro tutto e tutti continua ad andare avanti. Questa volta presa di mira è la riunione del ministri del Lavoro Ue per il Semestre italiano di presidenza europea e della riunione dei capi di Stato a Milano. Alla partenza del corteo contro il vertice sul lavoro a Milano, Maurizio Landini ha dichiarato: “Siamo pronti ad occupare le fabbriche”. Alla manifestazione partecipano sigle sindacali, lavoratori e centri sociali. “La precarietà non si combatte rendendo più facile il licenziamento ma con il tempo indeterminato e garantendo i diritti a tutti”, ha aggiunto Landini. “Siamo pronti ad occupare le fabbriche perchè ci chiedono di abbassare i salari. Se Renzi pensa di fare il figo dandoci ottanta euro e se pensa che noi siamo i coglioni che accettano di firmare la riduzione, si sbaglia di grosso”.

PROTESTE ANCHE SOTTO IL MINISTERO
Non poteva mancare, ovviamente, la protesta anche sotto la sede del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Sul palazzo sono state lasciate scritte contro il Jobs Act e volantini contro la ‘speculazione sul lavoro’, su Renzi e la Merkel. Ora è attesa per la conferenza stampa congiunta, al termine del vertice, del premier italiano Matteo Renzi, della cancelliera tedesca Angela Merkel e del presidente francese Francois Hollande, insieme con Josè Manuel Barroso, Herman Van Rompuy e Martin Schulz.

LA PARTITA SULL’ARTICOLO 18
Intanto, a Palazzo Madama continu la discussione sul job act in vista del voto di fiducia prevista per questa sera. La partita, ovviamente, è sull’articolo 18. Chi vota la fiducia al testo voterà evidentemente la fiducia al presidente del Consiglio e al Governo, che sostengono la necessità di riformare l’intero mercato del lavoro, come è esplicitato nella delega. “L’emendamento è pronto. Attendiamo la fine della discussione generale per presentarlo in Aula”. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, lasciando il convegno dell’Aiga per recarsi in Senato. Alla domanda dei cronisti sulla richiesta della minoranza interna del Pd di poter emendare la delega lavoro alla Camera, il ministro ha replicato sottolineando che quello che uscirà dal Senato “è comunque un buon testo, in cui ci sono delle modifiche che accolgono alcuni suggerimenti pur mantenendo l’impianto della richiesta”. “Vediamo oggi il voto del Senato – ha aggiunto – ma teniamo anche conto se c’è l’esigenza di dare risposte rapide, immediate, così da attuare subito la delega con i decreti legislativi, per rispondere alle richieste di un miglior accesso al mondo del lavoro”.