Via libera al cemento sulle spiagge. FdI ci prova ma il blitz fallisce. Stop a un emendamento al Decreto Semplificazioni. Ma sulla legge restano 1.700 proposte di modifica

Bei patrioti. Urlano in ogni angolo, dalle piazze reali a quelle virtuali, di essere innamorati dell’Italia e poi provano a inserire un emendamento di due righe per lasciare mano libera a chi è pronto all’ennesima colata di cemento sulle coste del Paese. Fratelli d’Italia ha cercato di agevolare le costruzioni sugli arenili con una modifica al Decreto Semplificazioni, ma la manovra così semplice non è stata e l’emendamento è stato dichiarato inammissibile. L’emendamento all’articolo 49 del decreto, che avrebbe facilitato le costruzioni ed altre opere eseguite in prossimità o sul demanio marittimo, è stato bloccato ieri nelle Commissioni affari costituzionali e lavori pubblici del Senato, presiedute dal dem Dario Parrini e dal pentastellato Mauro Coltorti, impegnate nella discussione del provvedimento del 16 luglio scorso in fase di conversione in legge, atteso in Aula nel pomeriggio dell’1 settembre.

L’articolo 49 è relativo alle disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali. Prevede l’adozione di linee guida in materia di programmazione ed esecuzione delle attività di indagine sullo stato di conservazione delle gallerie esistenti lungo le infrastrutture stradali, di esecuzione delle ispezioni e di programmazione degli interventi di manutenzione e di messa in sicurezza delle stesse. Prevede inoltre che il decreto ministeriale di adozione delle linee guida definisca anche le modalità della partecipazione dei soggetti gestori alla sperimentazione del sistema di monitoraggio dinamico. Impone infine agli enti proprietari di procederealla formazione e all’aggiornamento degli elenchi dei sottopassi e sovrappassi di cui risultano o divengano titolari. Nulla a che vedere insomma con le spiagge.

LA MANINA. FdI ha però provato a semplificare pure le costruzioni in riva al mare. I senatori Massimo Ruspandini (nella foto) e Achille Totaro hanno infatti provato a inserire un articolo 49 bis, per prevedere che all’articolo 19 del decreto legislativo numero 374 dell’8 novembre 1990, venga aggiunto un comma affinché le disposizioni dello stesso non si applichino alle costruzioni ed altre opere da eseguire in prossimità o su demanio marittimo. Nessuna autorizzazione del direttore della circoscrizione doganale dunque per le costruzioni sull’arenile, nessuna sanzione e nessuna demolizione. Con buona pace per la tutela di quel territorio tanto amato da fratelli e sorelle d’Italia. Ma la manovra non è riuscita. A palazzo Madama restano intanto da vagliare circa 1.700 emendamenti al Decreto Semplificazioni. Leu contesta le misure sull’edilizia, che agevolano demolizioni e ricostruzioni, mentre Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno presentato delle modifiche per allungare i tempi delle deroghe al Codice degli appalti.

Matteo Renzi insiste sull’emendamento a sua firma per un intervento volto a “sburocratizzare” l’ammodernamento degli stadi di calcio e il Pd sull’emendamento, caro alla Cgil, per contrastare il lavoro nero nei cantieri. La ripresa, sostiene il sindacato, può essere “pienamente garantita” sostenendo occupazione di qualità e in sicurezza, anche a tutela delle imprese corrette “che non possono subire la concorrenza sleale dei furbetti del cantierino o di chi si improvvisa imprenditore edile”. Tanti poi gli emendamenti che mirano a prorogare la disciplina speciale sugli appalti anche fino al 2023, mentre oggi la finestra è di un anno.