Centrodestra a pezzi prima ancora delle urne: Berlusconi preferisce Marchini a Parisi. E Salvini ne approfitta

Finale di campagna elettorale. Berlusconi resta a Roma, per l’iniziativa finale con Parisi interverrà solo per telefono. E nel centrodestra scoppia il caos.

Nell’attesa di conoscere il risultato di questa tornata elettorale dai risultati, in molti casi, incerti, anche la campagna elettorale, ormai agli sgoccioli, nel suo ultimo giorno regala sorprese non di poco conto. La novità più interessante arriva direttamente da Milano. In nome di Stefano Parisi dovevano ritrovarsi insieme in pubblico dopo tanto tempo. Per la precisione dopo 7 mesi, da quella domenica in piazza del Popolo, a Roma, in cui il centrodestra dette solo l’illusione di riunirsi.

Invece nemmeno il candidato “perfetto” di Milano, che se la vedrà con Giuseppe Sala, è riuscito a riappacificare il centrodestra e, nella fattispecie, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. L’ex Cavaliere, infatti, ha deciso che dopo l’ultimo comizio elettorale di Alfio Marchini, a Ostia, si chiuderà a Palazzo Grazioli: da qui interverrà con un collegamento telefonico durante la festa conclusiva in sostegno di Parisi. Ma non ci sarà dal vivo. “Mi spiace che Berlusconi non sia qua con noi”, ha commentato piccato Matteo Salvini durante la chiusura di Parisi, “ma vinceremo lo stesso. Lui ha scelto di andare a perdere a Roma? Amen, io ho scelto Milano”. Insomma non c’è spazio per frasi di circostanza. “Sinceramente – dice il capogruppo della Lega Nord al Senato, Gianmarco Centinaio – mi dispiace che il presidente Berlusconi non partecipi di persona all’ultimo comizio elettorale di Parisi. Mi aspettavo un suo coinvolgimento diretto su Milano, come ha fatto per Roma… Non la vedo bene questa cosa. Se si vuol parlare di centrodestra unito, se si vuol parlare di futuro, questo forfait non lo vedo bene. Berlusconi ci mandi il certificato medico e spieghi le ragioni della sua assenza…”. “Sono deluso da Berlusconi e gli voglio bene – aggiunge l’ex ministro Ignazio La Russa – Nella migliore delle ipotesi è dove non serve a niente”. Come al solito l’ex presidente del Consiglio se la aggiusta come meglio crede: manda un “saluto affettuoso agli amici della Lega e dei Fratelli d’Italia” e poi racconta di aver parlato con Parisi: “Dato che siamo sicuri di andare al ballottaggio abbiamo convenuto che io restassi qui a sostenere ancora di più Marchini e Forza Italia a Roma”. Comunque sia andata l’assenza di Berlusconi ha messo un po’ in secondo piano le sue parole: “Possiamo vincere e vinceremo – ha spiegato – Dipende da ogni milanese quello che accadrà nei prossimi 5 anni. Dipendono dai milanesi le tasse locali, che la sinistra ha raddoppiato. Dipenderà da loro se verranno sgomberati i campi rom. Soltanto votando per Parisi sindaco avremo una grande stagione di sviluppo per Milano”.

RENZI IN EMILIA – Per quanto invece riguarda il premier Matteo Renzi, ha deciso di chiudere la campagna elettorale per le Comunali in Emilia Romagna: Bologna, Rimini, Ravenna. “Come abbiamo detto in tutte le salse – spiega – non è un voto sul governo, ma sicuramente è molto importante per scegliere il futuro della propria città. Ci vogliono sindaci onesti, capaci di tappare le buche, ma anche di dare un orizzonte alle proprie comunità. Il Pd ha messo in campo molti candidati autorevoli“. Renzi cita Piero Fassino e “gente che ha saputo gestire grandi eventi” come Beppe Sala o Roberto Giachetti. L’invito, conclude il presidente-segretario, “a tutti i cittadini interessati è quello di non sprecare l’occasione del voto per il proprio sindaco. Buon voto a tutti!”. A Bologna Renzi ha ribadito questo concetto sotto un’altra luce, sottolineando come il Pd sia “una grande comunità politica che sta riportando il Paese a credere nel futuro”. E dentro quel partito anche personalità diverse, come lo stesso Renzi e il sindaco uscente Virginio Merola, che secondo i sondaggi potrebbe farcela al primo turno, ma che nei giorni scorsi ha firmato per un referendum sul Jobs Act.

CINQUE STELLE IN PIAZZA DEL POPOLO – Ultimo giro di giornali e tv anche per il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio prima dell’iniziativa conclusiva di Roma con la quale il Movimento Cinque Stelle ha lanciato la candidata al Campidoglio Virginia Raggi. Come Berlusconi, anche Beppe Grillo è intervenuto telefonicamente. Ma già durante la giornata i toni utilizzati sono stati caldi, mirati e alti. “Pentiti di aver scelto Virginia Raggi per Roma? E’ quella che impensierisce di più gli altri partiti…” ha detto Di Maio a CorriereTv. Per poi rincarare la dose nel corso dell’evento conclusivo nella piazza romana per eccellenza.